ANNO 14 n° 88
Incendio Kyklos, s'indaga sulle cause scatenanti
Nel tragico incidente morirono due operai di San Lorenzo Nuovo
27/11/2014 - 02:01

VITERBO - Un intervento di oltre 10 ore è servito per domare l’incendio all’interno della Kyklos di via Le Ferriere. A spegnere le fiamme divampate all’interno di uno dei capannoni dove è custodito il compost prodotto dalla lavorazione della frazione organica dei rifiuti, alcune squadre dei vigili del fuoco di Latina e di Aprilia. L’episodio si è verificato qualche giorno fa, ma la notizia si è appresa soltanto ieri. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri del reparto territoriale, che adesso sono al lavoro per risalire alla natura del rogo. Non è ancora possibile escludere alcuna ipotesi ma, stando ai primi riscontri, non dovrebbe trattarsi di un incendio doloso. In via di quantificazione, invece, l’entità del danno prodotto all’interno dello stabilimento Acea, sotto sequestro dal 30 luglio di quest’anno, dopo la morte di Fabio Lisei e Roberto Papini nel tragico incidente avvenuto il 28 luglio proprio all’interno dell’impianto.

Sul terribile episodio di cronaca, la procura di Latina ha aperto un’inchiesta: stando a quanto ricostruito, sebbene l’inchiesta – ‘’estremamente delicata’’ – a detta degli stessi avvocati – sia tuttora in corso, la morte dei due operai di San Lorenzo Nuovo sarebbe stata causata dall’inalazione di effluvi di acido solfidrico mentre caricavano percolato sulle autocisterne della Mira di Orvieto. Ancora in corso sono anche gli esami sui campioni prelevati dalle vasche di percolato della Kyklos e dalle autocisterne: elementi utili a far chiarezza sulle responsabilità delle due aziende. Intanto, la procura di Latina non ha ancora disposto il dissequestro dell’impianto Acea: le porte restano chiuse per i camion che, prima del terribile incidente, conferivano la frazione umida organica derivante dalla raccolta differenziata.





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