ANNO 14 n° 88
In scena a Carbognano
lo spettacolo Flebowsky
Il 1 novembre appuntamento
alle 17 al teatro Bianconi
27/10/2015 - 02:01

CARBOGNANO - La degenza ospedaliera si fa spettacolo al Teatro Bianconi di Carbognano con Nicola Pistoia che, domenica 1 novembre alle ore 17.00, presenta sullo storico palcoscenico viterbese  Flebowsky, storie di ordinaria corsia. Il principio attivo di questa rappresentazione farmacologica, tratta da un manuale scritto da Fabrizio Blini, un vero paziente, è l’umorismo. Una terapia del sorriso perché, in un luogo pieno di cose gravi, un po’ di leggerezza fa bene. Sul palcoscenico, insieme all’attore romano, Ketty Roselli e Armando Puccio, con la regia di Gigi Piola.

In ospedale le sensazioni più comuni del malato sono paura e spaesamento. Ma come ci si sente meglio se si riceve una parola gentile e un sorriso! E mettiamoci nei panni di un infermiere o di un medico: anche per loro sarà più semplice l’approccio a un paziente che mostra la sua voglia di guarire e non una totale chiusura. Da una simile riflessione parte Flebowsky, acclamato da tutto il personale medico come “il grande Flebowsky”, un paziente davvero devoto, un guerriero dall’armatura fatta di flebo, eccezionalmente rodato sulle malattie e patologie più rare, per la sola ragione che lui le ha contratte tutte, “imparando a ricoverarsi prima di imparare a camminare”. Il suo peregrinare per le segrete stanze dei policlinici più disparati l’ha aiutato, inevitabilmente, ad acquistare familiarità e disinvoltura con tutto lo staff sanitario, tra cui infermieri, professoroni, specializzandi e persino primari, che lo riconoscono da lontano e lo coccolano quasi come un lontano parente, perché lui ormai è diventato il loro “degente da manuale, un’artista affezionato alle infezioni”.

Pur essendo insolito, è dunque utile che a teatro si parli di ospedali: perché riservare i medici-clown ai bambini? Nella malattia tutti ritornano alla fragilità dell’infanzia. Lo spettacolo mette sotto osservazione l’idea di ospedale: se la malattia toglie la salute, l’ospedale, anche il migliore, toglie l’identità. Si resta senza vestiti, casa, affetti, cane, gatto, divano e bagno personale. Per colpa della burocrazia i pazienti si trasformano in “numeri”. Così fondendo il tragico e il comico Flebowsky traduce le esperienze di corsia sul palco e le trasforma in un momento di riflessione, anche in una sorta di “farmaco preventivo” per superare momenti di questo tipo. Innanzitutto ci vuole una guida. Mai fatto caso al fatto che negli ospedali va tutto al contrario? Il posto più gelido è la “camera ardente”, al pronto soccorso si passa col “rosso” e col “verde” si aspetta, ci sono le corsie ma guai a correre! Fra pazienti impazienti, primari-star e parenti ingombranti… una risata ci dimetterà!






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