ANNO 14 n° 110
In memoria del Professor Bruno Moretti
Un suo studente ricorda e saluta con affetto il suo professore
21/04/2021 - 16:11

VITERBO - Gian Franco Venè sostiene che i protagonisti dei Promessi sposi non siano quegli umili di cui parla la critica letteraria ma, invece, siano figure che incarnano le virtù borghesi di una classe in ascesa. Bruno Moretti era spiazzante, sapeva proporre ai suoi allievi interpretazioni non convenzionali, che riuscivano a ampliare le loro conoscenze e ne mettevano alla prova le capacità critiche. Moretti – scomparso ieri – era stato per anni professore di italiano e latino, al liceo scientifico di Tuscania, formando generazioni di studenti, anzi, meglio, tirando su centinaia di cittadini consapevoli.

Lo studio della letteratura per lui era, infatti, un esercizio critico, un laboratorio capace di fornire gli strumenti per una interpretazione consapevole dell'attualità e della storia. Consisteva in una funzione civile. Senza paraocchi ideologici.

Questo significava studiare i grandi della letteratura italiana. Il suo amatissimo Dante. La Commedia: l'invettiva del canto VI del Purgatorio – Ahi serva Italia di dolore ostello - il folle volo di Ulisse - l'amarezza della profezia di Cacciaguida - E quel che più ti graverà le spalle... - la preghiera alla Vergine. Ma anche il De Monarchia (l'ideale politico) e il De Vulgari Eloquentia (la lingua come strumento di coesione nazionale e sociale). Le intense lezioni su Machiavelli (la verità effettuale) e quelle su Manzoni.

Sapeva accendere le menti e i cuori degli studenti che lo ascoltavano. Modello di professore appassionato e colto, sensibile e umano, di una scuola che assolve integralmente al suo compito di educazione e formazione. Uomo libero ci ha insegnato ad essere persone intellettualmente oneste e indipendenti. A quasi 35 anni dalla maturità, le sue lezioni e il suo metodo critico sono ancora vivi.

 

Riceviamo e pubblichiamo da Antonello Carvigiani






Facebook Twitter Rss