ANNO 14 n° 109
Il sindaco Ghinassi critico verso la Comunitą Montana
Il primo cittadino di Acquapendente pensa a nuove prospettive
12/12/2018 - 18:24

Riceviamo e pubblichiamo dal sindaco Ghinassi

ACQUAPENDENTE - Nel Consiglio del 7 dicembre 2018 la Comunità Montana Alta Tuscia Laziale ha deliberato lo scioglimento della convenzione per la gestione associata della Centrale Unica di Committenza e della Stazione Unica Appaltante in materia di lavori pubblici e di acquisizioni di beni e servizi.

Il nostro Comune ha espresso la sua contrarietà a questa scelta, che obbliga i Comuni ad aderire alla C.U.C. ed alla S.U.A. della Provincia di Viterbo, allontanando dal nostro territorio un servizio importante in grado di accelerare gli investimenti pubblici, componente fondamentale per la ripresa dell’economia. Portare questo servizio a Viterbo non aiuta la tempistica degli appalti.

La Comunità Montana avrebbe potuto continuare a svolgere questa funzione e le difficoltà prospettate non sembravano insormontabili ed anche il metodo con cui la decisione è stata presa è stato assai sbrigativo, senza un confronto vero e meditato.

Con questa rinuncia l’ente comunitario, già svuotato negli ultimi anni di buona parte della sua utilità, accentua il suo declino.

Al di là del fatto specifico si pone una questione più generale circa l’esigenza per i Comuni di svolgere funzioni associate. A questo punto necessitano nuove possibilità di aggregazione, di tipo volontario, orientate ad obiettivi comuni e progetti specifici, e non racchiuse in un quadro istituzionale non più in grado di garantire il raggiungimento di risultati utili per la nostra comunità.

L’Associazione Nazionale dei Comuni, che pure ha sempre sostenuto una regolazione degli appalti e dei contratti trasparente, semplificata ed unitaria, si è già espressa a riguardo proponendo modifiche legislative che favoriscano l’aggregazione dei Comuni.

Più in generale ormai crediamo che l’aggregazione abbia un senso e che sia più forte se valutata di volta in volta ed orientata a specifici obiettivi e non in nome di una contiguità territoriale, peraltro racchiusa nei confini provinciali, che per i territori di confine come il nostro è assai limitante.

Se ai Comuni più intraprendenti fosse data qualche possibilità in più in questo senso la pubblica amministrazione funzionerebbe meglio e costerebbe anche meno.

La Comunità Montana ha perso, gradualmente ma inesorabilmente, la sua funzione di spinta verso lo sviluppo del territorio e di fattore aggregante per i Comuni che ne fanno parte. E’ giunto il momento di aprire una nuova fase, allargando l’orizzonte a nuove prospettive di aggregazione.

 






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