ANNO 14 n° 107
Il procuratore Pazienti: ''Non è stato un delitto di mafia ma overdose''
13/01/2015 - 15:29

ROMA - '''I rapporti tra il dottor Attilio Manca e Bernardo Provenzano sono inesistenti dal punto di vista processuale. Il giovane urologo non può aver operato Provenzano a Marsiglia: tutto è chiaro e preciso. Il rapporto tra Provenzano e Manca mi sembra del tutto inconcepibile. Manca non è stato ucciso su mandato di Provenzano''. Questo, in sintesi, quanto ha detto il procuratore capo di Viterbo, Alberto Pazienti, davanti alla Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Rosi Bindi, nel corso dell'audizione sulla morte, avvenuta nel 2004, dell'urologo siciliano e sui presunti collegamenti tra la morte del medico e il superboss della mafia. Tesi, quest'ultima, sostenuta invece dalla famiglia del medico.

Secondo il numero uno della procura viterbese, non avrebbe alcuna consistenza nemmeno l’ipotesi che Manca possa aver eseguito una visita di controllo a Provenzano dopo l’intervento, mentre era convalescente, poco prima che fosse arrestato. ''Non risulta che la visita ci sia stata - ha detto il magistrato - e poi perché Provenzano avrebbe dovuto rivolgersi a Manca che era a Viterbo? Avrebbe potuto rivolgersi ad altri medici''. Per la procura di Viterbo, quindi, ''l'ipotesi mafiosa è inesistente e insostenibile, né indiziariamente sostenuta''.

Il procuratore Pazienti ha spiegato di essere a capo della procura di Viterbo dal marzo 2008, 4 anni dopo la morte del medico ''del quale – ha riferito - non avevo mai sentito parlare''. Poi ha svelato un episodio rimasto finora inedito: ''Un mese dopo il mio insediamento, fui chiamato dalla presidenza della Repubblica che mi chiedeva informazioni sul caso, sollecitata a sua volta dalla famiglia''.

La madre di Manca, in passato, ha ricordato che il figlio l'aveva chiamata dalla Costa Azzurra e ha immaginato che fosse in Francia per operare Provenzano. ''Ma queste affermazioni – ha concluso Pazienti - sono in contrasto con gli accertamenti fatti dalla Procura di Palermo, che sull'intervento di Provenzano a Marsiglia sa tutto’’.

Infine, per quanto riguarda le rilevazioni, poi ritrattate, del pentito Setola, il quale aveva dichiarato di aver saputo in carcere che Provenzano si era fatto operare e poi avrebbe ucciso un medico perché avrebbe scoperto la sua vera identità, Pazienti ha affermato: “Sono dichiarazioni rese da un soggetto poco credibile, dopo 10 anni dalla morte di Manca, e poi ritrattate''.

Secondo il procuratore aggiunto di Viterbo Renzo Petroselli, il quadro che è emerso dalle indagini è completamente diverso dall'ipotesi della pista mafiosa sostenuta dai familiari del medico. ''Il dottor Manca - ha detto - è morto per un’overdose di eroina e tranquillanti''.

Il 17 febbraio 2004, pochi giorni dopo la morte, la madre del medico dichiarò di essere a conoscenza che il figlio, al liceo, aveva fatto uso di stupefacenti ma che poi ha cambiato vita. ''Ma la perizia - ha aggiunto il magistrato - ha evidenziato che la morte è avvenuta per un uso non eccessivo di eroina misto a tranquillanti. E l'analisi tricologica - ha sottolineato - ha evidenziato un precedente uso di sostanze''.





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