ANNO 14 n° 89
''Il litorale nord č
infestato dalla camorra''
Dal rogo dell'auto del neo sindaco
di Civitavecchia, Pietro Tidei
emerge una realtą allarmante
23/05/2012 - 00:38

VITERBO - Infiltrazioni della camorra, fiumi di droga, affari sporchi all'ombra del porto, milioni che girano attorno ai maxi appalti sui cui tenta di mettere le mani la criminalità organizzata. E' anche tutto questo Civitavecchia e l'intero litorale nord del Lazio, fino a Tarquinia, Montalto di Castro e Pescia Romana, almeno stando a una recente relazione della Direzione Investigativa Antimafia. Una realtà riportata alla ribalta dal rogo dell'auto del neo sindaco di Civitavecchia, il deputato Pd Pietro Tidei, data alle fiamme due ore dopo la proclamazione della sua vittoria su Gianni Moscherini, primo cittadino uscente, sostenuto dal centrodestra. ''La mia città e l'intero litorale laziale, da sud a nord è invasa dalla camorra la cocaina scorre a fiumi' ha tuonato Tidei. 'La battaglia contro la criminalità orgnizzata - ha aggiunto - è una priorità per la mia amministrazione''.

Che la costa laziale sia da anni territorio di caccia

dei clan che sono partiti dal porto di Civitavecchia per infiltrarsi nell'Alto Lazio è noto da anni. 'Le cosche - dice il testo dell'Antimafia- stanno trasformando la città in un grande terminale della droga e puntano al controllo dei moli. Hanno scelto Civitavecchia - prosegue - perché il porto è meno controllato di quelli di Gioia Tauro e Napoli. Le cosche si occupano anche dello sfruttamento di manodopera clandestina, riciclaggio, racket, contrabbando e appalti truccati''.

Ma dal rapporto della direzione investigativa antimafia emerge anche un altro allarme, che riguarda direttamente anche la provincia di Viterbo: 'Non si tratta più di situazioni episodiche - dice testualmente - dovute a clan marginali della camorra e della ndrangheta. La presenza delle organizzazioni criminali è diventata un sistema strutturato e in fase di rapida espansione su tutto il litorale nord del Lazio, dove si riscontrano le presenze delle ramificazioni dei sodalizi Gallo, Misso, Mazzarella e Veneruso'.

I clan, tra l'altro, hanno definitivamente estromesso le gang di albanesi e romeni che imperversavano fino a qualche anno fa e ora sono diventati manovalanza. E si sono saldati a vecchie infiltrazioni malavitose.

La presenza della mafie nella zona è provata in modo inconfutabile dalle cosiddette 'Operazione Nerone' 1 e 2, coordinate dalla procura della Repubblica di Civitavecchia e dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, che portarono all'arresto di 12 persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e agevolazione di associazione camorristica. Alcuni degli arrestati infatti risultarono collegati con il clan Gallo-Cavaliere di Torre Annunziata, che aveva da poco stabilito a Civitavecchia 'una cellula operativa con finalità logistiche e criminali'. Oltre a gestire un ingente traffico di droga l'organizzazione praticava estorsioni e rapina. Inoltre, produceva in proprio materiale esplosivo da usare per le intimidazioni, rinvenuto e sequestrato dai carabinieri in gran quantità.

Lo scorso marzo, inoltre, la Squadra Mobile di Viterbo ha sgominato un'altra organizzazione di trafficanti di droga. Tra gli arrestati ci sono anche quattro boss della camorra, che da tempo si erano stabiliti sulla costa.

E ora gli affari criminosi potrebbero allargarsi. Secondo le forze dell'ordine, infatti, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare con lo sviluppo commerciale del porto, ritenuto molto più redditizio del settore turistico. E i maxi appalti che il progetto si porta dietro.




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