ANNO 14 n° 111
''Il dirigente del Savi faccia qualcosa contro quei video con saluti fascisti in classe''
11/10/2018 - 09:59

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo dalla Rete di Studenti medi una lettera aperta indirizzata al Dirigente scolastico del Paolo Savi:

Gentile Dirigente,

le scriviamo per porre alla sua attenzione una preoccupante situazione che sembra essersi innescata nella sua scuola, come in molte altre a Viterbo e in tutt'Italia.

Riteniamo infatti grave che sui social stiano in questi giorni girando foto di ragazzi che, nella sua scuola, mostrano il saluto fascista in classe, fatto che giudichiamo chiaramente come il sintomo di una preoccupante disattenzione che, in generale, il mondo della scuola non si dovrebbe poter permettere.

Fra i giovani, in questi ultimi anni e in particolare in questo preciso momento storico, sembra essersi sempre più diffusa una pericolosa deriva fascista, razzista e xenofoba, fomentata da movimenti di estrema destra che si dicono nostalgici del ventennio, neonazisti e negazionisti, che riescono sempre più a far presa sugli studenti, in particolare sugli adolescenti, naturalmente mossi da forti pulsioni estremiste, su cui fa facilmente presa chi tende a tagliare con l’accetta anche i temi più complessi, risolvendoli in sentimenti e azioni violente e discriminatorie.

Noi pensiamo che sia dunque necessario insegnare agli studenti innanzitutto la nostra storia, la storia di ciò che veramente fu il fascismo e il nazismo, delle gravi conseguenze che portarono e dunque della resistenza, della lotta partigiana e della liberazione, perché intollerabile sentir parlare, dai giovani e dai giovanissimi, di uno del periodo più buio dell’Italia unita e di uno dei periodi più bui della storia dell’umanità, in termini che stravolgono la realtà delle cose. Pensiamo che si necessario insegnare agli studenti il significato vero della democrazia, della separazione dei poteri e della partecipazione, concetti troppe volte calpestati da chi pensa di fare dell’autoritarismo e della violenza il solo mezzo per ottenere sicurezza ed efficienza, come se questi non nascessero invece dalla collegialità e dall’insieme. Noi pensiamo che sia necessario insegnare agli studenti il valore del rispetto reciproco, dello scambio di culture e di opinoni, il valore della diversità come ricchezza anziché fonte di paura, valori che si imparano solo leggendo, scoprendo, studiando, viaggiando e conoscendo. Perché se si esplora il mondo, le culture, i popoli, ci si rende chiaramente conto dell’estrema bellezza che ogni storia racchiude in sé, il valore aggiunto della diversità che la chiusura in sé stessi, nelle proprie antiche tradizioni (seppur da preservare e coltivare) fa invece vedere con diffidenza e con paura.

Insomma la scuola, come affermò Pietro Calamandrei, uno dei più noti padri costituenti, deve rendersi conto di essere un ''organo costituzionale'', come lo è il Governo o il Parlamento, e come tale ha il dovere di trasmettere ai futuri cittadini i valori di pace, di eguaglianza e di solidarietà sanciti dalla Costituzione Repubblicana, frutto della storia di un popolo e di una resistenza che nessun movimento fascista, o sedicente tale, potrà mai cancellare.

La invitiamo dunque, così come invitiamo tutti i Dirigenti Scolastici e tutto il mondo della scuola, a vigilare affinché sia posto rimedio a simili preoccupanti derive, intraprendendo tutte le azioni possibili affinché le scuole siano realmente comunità educanti volte all’insegnamento del rispetto della persona e delle tutele democratiche.






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