ANNO 14 n° 115
Il cugino di ''Sandokan'' sotto processo a Viterbo per detenzione di armi
24/04/2013 - 01:30

VITERBO – E' iniziato ieri, davanti al tribunale di Viterbo, il processo al camorrista pentito Carmine Schiavone, ex esponente di spicco del clan dei Casalesi, cugino Francesco Schiavone detto Sandokan. E' accusato insieme a uno dei suoi figli di concorso in detenzione illegale di armi. Nel corso della prima udienza, i giudici hanno ascoltato le deposizioni di alcuni testimoni, appartenenti alle forze dell’ordine. Infine, il dibattimento è stato aggiornato.

Padre de figlio furono arrestati il 21 dicembre 2008 dai carabinieri della Compagnia di Ronciglione nella loro abitazione, in una località della Tuscia tenuta segreta, perché durante una perquisizione, nel garage, nascosti in un armadietto, i militari trovarono un fucile e una pistola detenuti illegalmente.

A denunciare Carmine Schiavone era stato un altro suo figlio che non aveva mai accettato che il padre fosse stato un esponente di spicco della camorra. Ma il gip Viterbo Rita Cialoni non convalidò l'arresto e lo rimise in libertà.

Così come era stato uno dei figli a farlo finire in manette, fu un altro figlio a farlo scarcerare, dichiarando di essere l'unico responsabile della detenzione delle armi e che il padre era all’oscuro di tutto. Anche il figlio uscì subito dal carcere per essere sottoposto agli arresti domiciliari.

Carmine Schiavone è stato uno dei protagonisti del processo Spartacus contro i vertici del clan dei Casalesi che portò alla condanna all'ergastolo di sedici boss, tra i quali il cugino Sandokan, Francesco Bidognetti, Michele Zagaria e Antonio Iovine.

Per alcuni anni Carmine Schiavone ha goduto del programma di protezione riservato ai pentiti poi si era ritirato a vivere in provincia di Viterbo assieme alla moglie e ai figli. Ora si è trasferito in provincia di Roma in una località segreta.





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