ANNO 14 n° 89
Il Comune di Bolsena mette in vendita un immobile del 1493 per 19.800 euro
08/06/2020 - 13:45

BOLSENA - Non è una fake news ma la realtà. Con delibera consigliare numero 4, del 14 di aprile 2020, consultabile sull'albo pretorio online, è stato approvato il Piano di Alienazione e Valorizzazione degli immobili comunali per il triennio 2020/2022.

Nel piano compare anche una cantina ubicata in Corso Cavour.

Per narrarvi al meglio la vicenda, a voi che leggete e soprattutto a chi non è informato, vi invito a seguirmi in questo tour virtuale partendo dall'antico quartiere Borgo Dentro.

'Siamo alla fine del XV secolo, il 1492 è l'anno della scoperta dell'America, il nostro viaggio inizia un anno dopo, nel 1493 e siamo ai numeri civici 28 e 30 di Corso Cavour.

Ci si presenta un palazzo con tre portali in pietra locale ben lavorati con due stemmi scolpiti.

Uno stemma della ricca Famiglia Nino vissuta a Bolsena e l'altro della famiglia Vitozzi. Vi è inoltre scolpita una abbreviazione del nome Yhesus e la data di esecuzione: 1493. Ben evidente sul portale anche il cognome dell'originario proprietario, Nino.

Il prospetto risale proprio al periodo 1493/1497 in cui un gruppo di scalpellini e scultori fiorentini, diretti dai fratelli Francesco e Benedetto Buglioni lavoravano in Bolsena alla nuova facciata della chiesa dei Santi Giorgio e Cristina.

La cantina del palazzo all'interno presenta un pavimento in ciottolato di basalto, tramezzi del XV° secolo composti da travi in legno e pietrame e volte in mattoni.

Un profondo tunnel con oltre 25 gradini in terracotta, con ai lati gli scivoli per far scendere le botti del vino, conduce nella profondità della collina dove sono collocate cinque grotte scavate a mano, con ancora ben visibili le picconate.

Come se stessimo facendo un viaggio a ritroso nel tempo, le grotte scavate nella collina ci proiettano ad oltre 300.000 anni fa. Ci permettono di ammirare tracce di eruzioni vulcaniche.

Fratture dovute alla forte pressione del sottosuolo e sedimenti ben visibili e stratificati di diverse composizioni e colori sono il risultato delle varie fasi eruttive avvenute in decenni di violente esplosioni'.

 

Con questo breve tour ho voluto condurvi alla scoperta di un bene di valore storico, di cui purtroppo è stato deciso di disfarsi per una manciata di euro.

Non sta a me entrare nel merito delle scelte dell'amministrazione comunale ma esprimere pubblicamente il mio disappunto mi sembra il minimo che possa fare.

In un paese a forte vocazione turistica come il nostro, dove l'ambiente, la cultura e la storia sono il volano dell’economia, credo che sia un errore vendere questo immobile che rappresenta una memoria vivente della formazione geologica e della storia del nostro paese.

Nei sette anni in cui l'associazione che rappresento (di Tuscia un po'), per gentile concessione gratuita delle varie amministrazioni, ha utilizzato il locale per manifestazioni di carattere culturale e di promozione dei prodotti tipici della Tuscia, la cantina ha ospitato aziende vitivinicole, è stata visitata da geologi, da scuole di studenti stranieri, giornalisti, da turisti italiani e stranieri.

Tutti hanno apprezzato la particolarità e unicità dell'immobile.

Sarebbe stato molto meglio se, anziché venderlo, si fosse investito su questo importante bene storico, rendendo il locale pienamente fruibile e destinandolo ad iniziative di promozione turistica e valorizzazione dei prodotti tipici.

 

Sante Di Sorte

Di Tuscia un Po'

(Riceviamo e pubblichiamo) 

 

 

 




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