ANNO 14 n° 116
Il comune a rischio crack finanziario per la morte di Tiffany
22/08/2013 - 00:00

VITERBO – Il comune di Ronciglione rischia il crack finanziario e le famiglie residenti nel paese, per risanare l'eventuale dissesto, rischiano di dover pagare dai 250 ai 350 euro di tasse in più. Questa la coda ''velenosissima'' della morte della cavalla Tiffany, caduta rovinosamente durante il Palio delle cosiddette ''corse a vuoto'' del 2011, disputato nonostante la pioggia rendesse particolarmente scivoloso il selciato e l’asfalto sui cui si disputa la storica gara.

Il ministero della Salute, infatti, oltre ad essersi costituito parte civile nel procedimento penale scaturito dall’incidente che vede imputati l’ex sindaco Massimo Sangiorgi e l’ex presidente della proloco Luciano Camilli, accusati di maltrattamento di animali, ha anche avviato un procedimento davanti al Tar del Lazio chiedendo un risarcimento danni da 500mila euro per il danno d’immagine subito.

Lo ha reso noto l’attuale sindaco di Ronciglione Alessandro Giovagnoli, replicando a quanti, da mesi, chiedono che il Palio venga ripristinato e accusano lui e la sua amministrazione di essere rimasti inerti davanti allo stop imposto alla manifestazione.

''Per Ronciglione e i ronciglionesi, sindaco in testa – scrive Giovagnoli -, è difficile rassegnarsi a perdere una manifestazione che è la storia stessa della nostra comunità. Ma proprio sul nodo corse a vuoto – aggiunge - il comune rischia grosso. Al processo in corso per la morte della cavalla Tiffany, infatti, si aggiunge il procedimento dinanzi al Tar, nel quale il ministero della Salute, tramite l’Avvocatura dello Stato ha chiesto qualcosa come 500mila euro più interessi e spese legali (attualmente circa 570mila euro) per danno di immagine. Un salasso che, in caso d soccombenza - precisa –, ci costringerebbe a dichiarare il dissesto finanziario e a tassare ciascuna famiglie per 250-300 euro''.

Visto la bruttissima piega che ha preso la faccenda, ad avviso di Giovagnoli, aspettare l'esito della causa prima di impegnarsi nella ripresa delle corse è una questione di buon senso. Ma soprattutto una questione di priorità.

''Se qualcuno pensa di lenire la propria delusione dovuta alla sospensione del Palio – afferma Giovagnoli - accusandoci di inefficienza, lo faccia pure. Non ci sfiora neppure l’idea di essere paurosi o inefficienti. Semmai siamo angosciati dall'impotenza di fronte a tanti più gravi problemi quotidiani, come la messa a norma delle scuole, la potabilizzazione dell’acqua, la disoccupazione e la disperazione di tante persone che si rivolgono a noi perché hanno perso il lavoro e non hanno nemmeno di che mantenere la famiglia. Vorremmo andare incontro a tutti – sottolinea -, ma con la crisi che c'è, mancano i fondi. E di fronte a certe emergenze, seppur a malincuore, le corse a vuoto passano in secondo piano''.

Infine, Giovagnoli lancia una frecciata agli appassionati del palio, sollecitando loro un ''esame di coscienza''. ''In mezzo a questa crisi e al marasma dei problemi che ci affliggono - agromenta-, c’è ancora qualche 'fortunato' che ha l’unica preoccupazione di fare le corse, senza chiedersi se la loro interruzione lo abbia coinvolto come spettatore o piuttosto come protagonista. A questi 'fortunati' - conclude -  voglio dire che nel particolare momento che stiamo vivendo, a fronte del desiderio di riprendere una manifestazione simbolo della nostra storia, è moralmente più giusto dare certezze alla popolazione, impegnandosi a evitare dissesti finanziari e ulteriori tasse, per non appesantire ulteriormente i bilanci delle famiglie''. 





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