ANNO 14 n° 89
Il colle di San Pietro brutalmente sfregiato dalle pale eoliche
Il Comune sul piede di guerra
11/11/2014 - 00:00

TUSCANIA – E' stata approvata all'unanimità, dal consiglio comunale di Tuscania, ieri sera, la delibera anti l'eolico-devastazione del territorio. Si tratta solo del primo passo di un iter lungo e complicato che dovrebbe sfociare nella modifica degli attuali regolamenti urbanistici e all'imposizione del divieto assoluto d'istallazione di pali eolici e altri impianti ad alto impatto visivo e ambientale in località Montebello e dintorni.

E' stato il sindaco Fabio Bartolacci, in carica da pochi mesi, a volere la delibera. ''Domani mattina – dice – parteciperò alla conferenza dei servizi in Provincia, chiamata a esprimere il primo parere sui progetti che prevedono ventitré torri eoliche, nove nel territorio di Tuscania, otto a Tarquinia e sei a Viterbo, ma tutte a ridosso della nostra città, forte del 'no' netto e unanime del consiglio comunale e del sostegno di tutti i cittadini. Oggi stesso – aggiunge – chiederò ai sindaci di Viterbo e di Tarquinia di prendere una posizione altrettanto netta contro il parco eolico, perché i giganteschi pali da centottantasei metri d'altezza, sebbene ricadano nei loro territori, sfregerebbero in modo irreparabile Tuscania''.

Bartolacci, a ragione, si dice ''terrorizzato'' dall'effetto che le sei torri che dovrebbero essere costruite ai margini del territorio di Viterbo avrebbero sul colle di San Pietro, uno degli scorci più belli d'Italia, sul quale si erge la basilica omonima dell'XI secolo, probabile sede dell'acropoli etrusca, nonché vicinissimo un altro gioiello: la chiesa di Santa Maria Maggiore, citata per la prima volta nel VI secolo d.C..

In effetti, come dimostrano le fotografie delle simulazioni elaborate tenendo conto della posizione reale delle torri, così come previste nel progetto, l'effetto sarebbe da allucinazione. La distanza dal punto di osservazione (nei pressi dalla tomba della Regina) e le torri è di circa sei chilometri e sono elaborate da due posizioni leggermente diverse. Trattandosi di simulazioni il risultato è approssimativo ma molto vicino alla realtà.

Il sindaco Bartolacci sta quindi affilando le armi per far prevalere le proprie posizioni in conferenza dei servizi. Ma, consapevole che la battaglia vera si svolgerà alla Regione Lazio e al ministero dello Sviluppo economico, sta mettendo a punto le mosse successive.

''Nei prossimi giorni – riprende -, inviterò a Tuscania i quattro consiglieri regionali, Enrico Panunzi (PD), Riccardo Valentini (Per il Lazio), Daniele Sabatini (NCD) e Silvia Blasi (M5S) e chiederò loro di adoperarsi affinché il Lazio abbia finalmente il proprio piano energetico regionale, l'unico strumento in grado mettere ordine in materia e di garantire la tutela del territorio e del paesaggio''.

In effetti, è proprio la mancanza di un piano energetico che ha trasformato il Lazio, quindi la provincia di Viterbo, in una sorta di far west dove regna l'anarchia delle fonti rinnovabili. In una sorta di terra di conquista per lobby energetiche, a volte credibili, altre delle vere e proprie bande d'avventurieri, come dimostrano i fatti di Montalto di Castro e non solo.

Bartolacci, sostenuto da tutte le associazioni ambientaliste, culturali e di categoria, se necessario, intende portare la questione fino in parlamento e sul tavolo del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.

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