ANNO 14 n° 110
Il Christmas Village e gli spazi pubblici
L'associazione Kyanos chiede chiarimenti sulle concessioni
19/01/2017 - 13:48

Riceviamo e pubblichiamo dall’associazione Kyanos

Lettera aperta al Sindaco del comune di Viterbo

Dott. Leonardo Michelini

 

All’Assessore alla cultura

Dott. Delli Iaconi

 

Al dirigente del settore

Cultura, Turismo, Gestione Impianti Sportivi e Sport

Dott. Luigi Celestini

 

Al vicesindaco dott.sa Lisetta Ciambella e agli Amministratori tutti della città di Viterbo

 

Oggetto:concessione di spazi pubblici.

 

A seguito della travagliata avventura che vede in contrapposizione il Comune e gli organizzatori di Caffeina Christmas village, sarebbe d’obbligo una profonda riflessione sulle modalità con cui l’evento è stato organizzato fin dalla concessione degli spazi pubblici.

Ma in questa sede vogliamo essere assolutamente propositivi e suggerire modelli diversi di gestione della cosa pubblica anche in osservanza di quanto stabilito da una sentenza della Corte di giustizia europea la quale ha affermato come anche le iniziative temporanee necessitino di gara pubblica.

Un nuovo percorso che alcuni comuni hanno già adottato e che d’ora in poi qualunque amministrazione locale dovrà imboccare.

Il Caffeina Christmas village, tra stand piazzati arbitrariamente, lo stravolgimento della visione prospettica di piazze ed edifici vincolati senza minimamente coinvolgere la Soprintendenza per un parere preventivo, iniziative culturali che tali non sono e un generale senso d’insoddisfazione ha costituito un modello la cui obsolescenza è sancita appunto oltre che dall’opportunità politica e morale anche dalla Corte europea.

Per Strasburgo anche gli stand temporanei vanno assegnati con una procedura di gara, con criteri trasparenti e neutrali, dal momento che si tratta pur sempre di aree pubbliche e che pertanto tutti hanno diritto a concorrere.

Da questo momento, dunque, il modello è questo. Poi spetta a ciascuna amministrazione scegliere come gestirlo: una gara per assegnare gli stand o per affidare la gestione degli eventi in toto. Una scelta indubbiamente più rapida ma non priva di insidie è quella di predisporre un bando che ricerchi, dietro pagamento di un canone e con le relative prescrizioni, qualcuno che sia in grado di accollarsi tutta l’organizzazione: dai mercatini agli eventi. Con tutti i rischi del caso, come dimostra l’impronta molto commerciale e poco culturale di quest’anno. Infatti l’impostazione data all’evento del 2016, al contrario di come era stata prospettata, è stata prettamente commerciale perché certo non si può parlare di evento culturale. Sicuramente tutto l’indotto ne ha risentito positivamente ma, a maggior ragione, ciò non giustifica un uso privato della cosa pubblica affidata con discrezionalità dagli amministratori locali. Predisporre e pagare con fondi pubblici un palco per l’evento organizzato da un privato, come si evince dagli atti e dagli organi di stampa, fatta salva la buona fede, non risponde propriamente ai criteri di trasparenza necessari.

Quindi sicuramente la predisposizione di un bando, che metterebbe al riparo l’Amministrazione anche da eventuali ravvisabili conflitti d’interesse, e un’ idea progettuale diversa quale potrebbe essere quella di separare la parte commerciale da quella culturale. Un introito quello dato dal canone da utilizzare eventualmente per la gestione in proprio degli eventi culturali.

Ovviamente da non dimenticare, prima del bando, gli incontri con le associazioni di categoria, ma anche con tutte quelle realtà associative che operano sul territorio, per raccogliere suggerimenti e idee progettuali e, nel bando, la previsione di penali qualora l’esito della manifestazione risulti diverso dalle aspettative.






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