ANNO 14 n° 110
Il centrodestra insieme per dire ''no''
Il presidente Fortini: ''La riforma costituzionale creerà una monocrazia''
28/07/2016 - 13:30

VITERBO – (i.m.) Un ''no'' chiaro, deciso e compatto. Questa mattina i partiti di centrodestra di Viterbo si sono riuniti per manifestare il loro categorico dissenso al referendum costituzionale del prossimo ottobre.

Forza Italia, Noi con Salvini, Fratelli d’Italia, Conservatori e riformisti, Cuoritaliani, Azione Nazionale, Fondazione per la Tuscia, La mia Tuscia, Italia Unica e il gruppo misto comunale Gal hanno istituito il Comitato per il no.

D’accordo sulla casella da barare per il referendum, i rappresentanti dei partiti politici coinvolti hanno anche manifestato la loro soddisfazione nell’essersi di nuovo riuniti: ''Insieme possiamo tornare a vincere – spiegano -. Questo incontro rimette in piedi un dialogo che si era perso con le ultime elezioni comunali e rappresenta un buonissimo segnale per il futuro della città di Viterbo''.

''Spero che questo sia il primo di tanti incontri – aggiunge il presidente del Comitato, Fabrizio Fortini -. Oggi siamo qui per dire ‘no’ ad una riforma costituzionale che è nata sbagliata fin dall’inizio. È vero, la Costituzione è oramai datata e non risponde più alle esigenze della comunità italiana, quindi deve essere modificata, ma non è questo il modo e in questi termini ricattatori. Nel governo Renzi in cui si dà maggiore importanza al fare si compiono scelte frettolose e poco pensate, come questa riforma decisa in poco tempo e solamente dalla maggioranza. Le modifiche che riguardano una realtà fondamentale per l’Italia come la Costituzione devono essere ben ragionate per renderle più snelle e moderne – aggiunge il presidente -. Invece gli articoli pensati da Renzi sono complessi, macchinosi e presentano gravi errori. Ad esempio non ci saranno più al governo pesi e contrappesi, ma solo una forte maggioranza, quindi chi usufruirà della riforma creerà una sorta di monocrazia. Inoltre c’è un miscuglio senza senso di articoli costituzionali e le varie leggi italiane, soprattutto quella elettorale e, per ovvie ragioni, la Costituzione è stato sempre altro dalle leggi. La riduzione dei costi di onorevoli e senatori? Non occorreva di certo il referendum per decidere i tagli sugli stipendi. Mi raccomando – conclude – andate a votare: è importantissimo dire 'no' a una riforma che peggiorerà solamente la situazione italiana e che sarà al mero servizio del politici in carica''.






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