ANNO 14 n° 111
I lavori pubblici? Sempre agli stessi...
Corruzione e turbativa d'asta: ai domiciliari dipendenti pubblici e imprenditori
18/10/2016 - 02:00

ACQUAPENDENTE - Le ipotesi accusatorie sono gravi: corruzione, turbativa d'asta, rivelazioni di segreti di ufficio. Per questi reati, il Gip del Tribunale di Viterbo Stefano Pepe ha disposto gli arresti domiciliari per due imprenditori e tre dipendenti pubblici, su richiesta dei pm Fabrizio Tucci e Stefano D’Arma. Le indagini sono state condotte dal Nipaf (Nuclei investigativi provinciali di polizia ambientale e forestale) del Corpo forestale dello Stato di Viterbo al quale si era rivolto un imprenditore, denunciando situazioni strane che si sarebbero verificate in Alta Tuscia. I provvedimenti restrittivi riguardano i dipendenti del Comune di Acquapendente Ferrero Friggi, 65 anni, e Vincenzo Palumbo, 36 anni, il dipendente della Regione Giorgio Maggi, 45 anni, e gli imprenditori Fabrizio Galli, 48 anni, e Marco Bonamici, 47 anni.

Le indagini, che sono state lunghe e complesse, secondo quanto dichiarato dallo stesso procuratore capo Paolo Auriemma, sono scaturite - come detto - dalle dichiarazioni di un altro imprenditore evidentemente non più disposto a sopportare quanto avveniva da quelle parti. Nella nota diffusa nel pomeriggio di ieri dalla Procura viterbese, si fa esplicitamente riferimento 'all’affidamento di lavori pubblici o al rilascio di titoli abilitativi ai fini della realizzazione di rilevanti attività commerciali''. In parole povere, nell'affidamento dei lavori venivano favorite alcune imprese a danno di altre 'con conseguenti gravi distorsioni della libera concorrenza commerciale ed imprenditoriale e con significativi ritorni economici per i pubblici ufficiali coinvolti'.

Il riferimento è all'affidamento di diversi lavori da parte del comune di Acquapendente attraverso la cosiddetta 'procedura negoziata', in base alla quale l'ente appaltatore (cioè il comune) invita solo alcuni operatori e decide fra loro l'aggiudicatario: in base alle ipotesi accusatorie, si aggiudicava i lavori sempre 'lo stesso soggetto imprenditoriale'. Ma c'è anche altro secondo quanto sostiene la Procura: accordi preventivi tra 'pubblici amministratori della stazione appaltante e imprenditori interessati, dei soggetti da invitare a partecipare alle offerte', che quindi avevano la possibilità 'di accordarsi rispetto alle offerte da presentare e così influire in modo determinante sia sulla selezione del soggetto aggiudicatario che sui contenuti dell’aggiudicazione'. Ancora, gli accertamenti hanno permesso anche di verificare 'casi di affidamento di lavori in regime di somma urgenza', mentre in realtà di urgente non c'era proprio nulla, ma la dizione permette di scavallare diverse procedure burocratiche e affidare l'opera alle ditte più gradite. Infine, sotto la lente degli inquirenti è finito 'il rilascio di permessi riguardanti attività commerciali di rilievo operanti nel territorio comunale''.

L'ingente documentazione presentata dai pubblici ministeri Tucci e D'Arma deve aver convinto il Gip Pepe ad emettere le misure cautelari, rilevando peraltro la sussistenza sia del pericolo di reiterazione di reati ('i rapporti tra i soggetti coinvolti sono ancora stabili e perduranti') sia il pericolo di inquinamento delle prove. Gli episodi corruttivi sarebbero avvenuti sino alla fine dell'anno scorso. Gli interrogatori di garanzia degli arrestati sono stati fissati per domani.





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