ANNO 14 n° 116
Ho visto
il Super Bowl...
a Viterbo
Usa e Tuscia davanti alla Tv
08/02/2016 - 16:12

di Leonardo Morucci

VITERBO - Oh mamma, sai che c'è? Ho visto il... Super Bowl. E tutti subito a pensare ai mega stadi d'America. E invece no. La verità è un'altra. La verità è che quest'anno il più grande evento sportivo d'oltre oceano è stato visto anche a Viterbo. Da qualche italiano (di sicuro un fan dello sport, visto l'ora in cui è andata in onda a partita) ma di certo, da chi di football (non il nostro calcio casareccio) se ne intende... gli americani. È difatti cosa nota degli innumerevoli studenti yankee del progetto Usac, che ogni semestre scelgono la città dei papi come residenza per il soggiorno in Europa. Tutti incollati al televisore (in questo il computer, in diretta steaming) fino alle ore piccole, fino al termine dell'evento sportivo fra i più noti al mondo.

Il Super Bowl è l'incontro finale che assegna il titolo di campione della Nation Football League (Nfl), la lega professionistica di football americano. Il campionato, partito negli anni '70, ha raggiunto un livello di popolarità negli Usa pari a quella del nostro rinomato calcio italiano. Ogni anno, milioni e milioni di spettatori rimangono in fervida attesa per la gloriosa partita (di solito giocata nell'ultima domenica di gennaio o nella prima di febbraio) che nel giorno dell'incontro paralizza lo stato da New York a San Francisco.

Una tradizione tipica della sfida è l'interminabile halftime (spazio fra il primo ed il secondo tempo, della durata di quasi un'ora) che quest'anno ha visto l'esibizione della band britannica dei Coldplay). Con il match di domenica notte si è giunti alla 50esima edizione e nel confronto tra i Carolin Panthers e i Denever Broncos, quest’ultimi (sfavoriti) hanno messo a tappeto le ''pantere’'' con un punteggio di 24-10, portando a casa l’agognato trofeo.

In quel di Viterbo, ci si riunisce tutti insieme, e si attende l'ora del fischio d'inizio. Non tutti guardano la sfida per sostenere la propria squadra. Molti lo fanno per abitudine, per sentirsi in qualche modo vicini alla famiglia a a casa. L'effetto per molti è strano, vista l'ora. C'è Chris, studente del Nevada, che dice di aver visto la finale sin da quando era bambino, ma dal vivo (aggiunge in tono sommesso), mai. ''Non posso credere che abbiamo vinto proprio i Broncos, la squadra per cui tifo. E che io ora sia in Italia’''.

Lindsay, di Boston, parla dell'atmosfera che si crea a casa con famiglia e amici (per fare un paragone, tipo la nostra finale dei mondiali del 2006). ''E poi si mangia di tutto: patatine, sandwich, pizza, biscotti fatti in casa e da bere rigorosamente Coca Cola e birra''. Si rimane incollati al televisione per ore intere, anche durante la pausa, che per alcuni è il vero spettacolo.

Terminata la partita, dopo un estenuante tour de force (vista l'ora), si torna tutti a casa, alle prime luci dell’alba. C’è chi vuole continuare a festeggiare, chi, rattristato per la sconfitta, realizza che dovrà perfino alzarsi fra poche ore e chi, addormentatosi durante la partita, brancola in dormiveglia sulla strada del ritorno. La notte non sembra ancora finita, e l’atmosfera che si respira è ancora di forte unione. Non si è assistito solo ad un grande evento sportivo, (sebbene qualche italiano stia ancora cercando di capire le regole del gioco), ma ad una di quelle grandi sere, in questo caso notti, che solo lo sport può regalare. Ho visto il Super Bowl, ma non solo: ho assistito ad una autentica e tipica rappresentazione di come una cultura diversa vive un immenso evento sportivo, qual’è appunto, quello del Super Bowl.






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