ANNO 14 n° 109
''Ho sentito voci urlare: vai via, scappa. E poi si sono allontanati di corsa''
Omicidio di Angelo Gianlorenzo, in aula il supertestimone: ''Dopo la lite, si sentivano solo dei gemiti''
28/01/2020 - 06:30

TUSCANIA – (b.b.) ''Ho sentito delle urla andare avanti per una decina di minuti, come se qualcuno stesse litigando. Strillavano, ma non sono riuscito a capire quello che dicevano''. Poi ''due voci maschili'' avrebbero detto ''l’una all’altra ''Vai via! Scappa!'' e sono scappati attraverso le piante di olive''. Mentre una persona, rimasta a terra ferita, ''gemeva e si lamentava''.

Il pastore 41enne non parla italiano, per questo, ascoltato ieri mattina dai giudici della Corte d’Assise come supertestimone dell’omicidio di Angelo Gianlorenzo, ha avuto bisogno di un interprete dall’albanese-macedone. Non parla italiano, ma di quello che ha sentito la vigilia di Ferragosto del 2016 ha ricordi ancora nitidi.

''Ero andato a portare il gregge al fiume come ogni mattina. Intorno alle 9 e mezza ho sentito delle urla provenire dall’altra sponda. C’erano persone che urlavano e litigavano. Le voci erano forti. Dopo una decina di minuti, il silenzio: una persona si lamentava. Ripeteva ''Ohi ohi ohi'', ma non sono andato a vedere cosa fosse successo. Sono rimasto con le pecore''.

Irreperibile per mesi, dopo essere stato ascoltato dai carabinieri di Tuscania nove giorni dopo il ritrovamento del corpo senza vita dell’83enne nelle campagne in località San Savino, ieri il 41enne era presente in aula per ripercorrere quanto accaduto. Stando a quanto raccontato, potrebbero essere state più di due le persone presenti quella mattina sul luogo del delitto: ''Ho sentito voci dire di andare via e scappare, e poi dei rumori di foglie e arbusti calpestati. Come se qualcuno stesse correndo o si stesse allontanando da lì''.

''La sera stessa del 14 – ha proseguito - sono stato avvicinato da un uomo che si trovava su un furgoncino bianco. Era alto, grosso, con i baffi. Continuava a farmi domande su cosa avessi visto o sentito. Mi ha detto di essere il figlio dell’uomo assassinato''.

Mario Gianlorenzo, ex maresciallo della Guardia di Finanza, che ieri, per la seconda volta, è tornato sul banco dei testimoni per chiarire questa nuova e inedita circostanza. ''E’ vero – ha spiegato - sono andato da lui perché era l’unico che potesse aver visto o sentito qualcosa, avendo il gregge poco distante dal nostro terreno. Volevo rendermi utile con le indagini e mi sono messo a cercare delle prove da solo. Ma non era il 14 agosto, sono andato a parlarci tre o quattro giorni dopo''.

A finire alla sbarra con l’accusa di omicidio è stato il cognato della vittima, il 77enne Aldo Sassara, tradito secondo la Procura da alcune immagini della videosorveglianza che lo riprenderebbero con abiti diversi all’andata, verso la campagna dove si sarebbe consumato il massacro, e al ritorno, verso casa. Per il pubblico ministero Massimiliano Siddi, dopo aver colpito mortalmente Gianlorenzo per dei vecchi dissidi, si sarebbe disfatto degli abiti sporchi di sangue.

All’udienza del 16 febbraio verrà interrogato: per la prima volta, il 77enne avrò la possibilità di raccontare in aula la sua verità.

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