ANNO 14 n° 110
''Hai due bei figli, stai attenta…''
Truffata e anche minacciata: parla G.R., una delle vittime
22/06/2016 - 02:01

VITERBO – (b.b.) Il danno oltre la beffa. Non solo si è ritrovata amministratrice di una società inesistente di import-export, ma anche protestata dalla banca, per aver firmato assegni scoperti. Il tutto a sua insaputa.

A parlare in aula è G.R., inconscia proprietaria della società C&C Sas., nata su carta ma mai attiva sul mercato: è l’ennesima vittima dell’associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla ricettazione, smascherata nel 2008 dalla squadra mobile viterbese durante l’operazione Cayenne.

A processo sono finiti in tredici, tra cui i noti commercialisti Gemma de Julio, padre e figlio, che devono rispondere, a vario titolo, delle accuse formulate dalla procura. Tra tutte, quella di associazione per delinquere.

Per l’accusa, con i documenti dei clienti dello studio commerciale, padre e figlio attivavano finanziarie per comprare auto di lusso e usarle, mentre le ignare vittime si vedevano recapitare a casa rate da saldare. O solleciti di pagamento. Esemplare il caso di un signore milanese a cui Gemma de Julio avrebbe intestato uno yacht e una finanziaria per oltre 90 mila euro. Non solo: l’uomo risultava essere il proprietario di una Porsche Cayenne – da cui il nome dell’operazione – e di una Mercedes Classe D, per cui avrebbe richiesto un finanziamento di oltre 50 mila euro. Ovviamente mai sottoscritto di persona.

E la società C&C, secondo il pm Paola Conti, non era altro che uno strumento in mano ai De Julio, per procurarsi assegni in bianco e identità da sfruttare. ''Hanno falsificato la mia firma ed emesso assegni scoperti, per cui sono stata protestata dalla banca – ha spiegato G.R. – Per questo non ho potuto acquistare una casa, prendere un mutuo. Ho chiesto a lungo di sganciare il mio nome da quello della società. Dopo aver scoperto la situazione in banca, li volevo denunciare''. In tutta risposta? Una minaccia: ''Hai due bei figli, stai attenta…'',  le avrebbe intimato uno stretto collaboratore del commercialista, anche lui a processo.






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