ANNO 14 n° 116
''Ha reso la vita impossibile a tutti, grandi e bambini’’
Il vicinato lo denuncia per stalking
07/07/2017 - 02:02

VITERBO – ''Se la prendeva con tutti: che fossero adulti o bambini poco importava. Era convinto che la piazza comune fosse di sua proprietà e vantava diritti inesistenti. Per questo ci insultava in continuazione e ci aggrediva. Voleva che ce ne andassimo, che togliessimo le nostre cose da lì e andassimo a parcheggiare altrove’’. A ricostruire in aula la triste situazione che per mesi si è ritrovato a vivere assieme alla sua famiglia, un maresciallo dei Carabinieri, vittima della prepotenza e dell’arroganza di M.C. denunciato e finito alla sbarra per stalking.

A firmare la querela un intero vicinato, che oggi in aula si è costituito parte civile: ''Ovunque andassimo o qualunque cosa facessimo, lui era lì pronto a insultarci: mia moglie ad esempio era diventata una poco di buono, mio figlio un piccolo farabutto. Secondo M. eravamo solo degli intrusi in quello spazio comune, di cui in ogni modo si sarebbe dovuto liberare’’.

Così, ad esempio, avrebbe costruito quattro muretti di tufo intorno all’auto parcheggiata di uno dei vicini o addirittura una volta avrebbe tentato di metterlo sotto con la macchina.

''Mio figlio e mia moglie erano spaventati dal suo comportamento: non passeggiavano o giocavano più in piazza. Abbiamo cominciato a cambiare stile di vita per non incontrarlo più anche al di fuori del vicinato – ha proseguito - Abbiamo cominciato ad andare a fare la spesa a Viterbo o a non uscire nelle ore in cui lui era nei paraggi’’.

Una situazione insostenibile, che causa ad una delle parti civili, un serie infinita di attacchi di panico e malesseri: ''Più di una volta abbiamo dovuto chiamare l’ambulanza e andare al pronto soccorso: quando M. vedeva che mia moglie cominciava a sentirsi male, rincarava la dose con insulti e minacce. Sembrava divertito dalla cosa. Ha gettato un intero vicinato nel terrore e purtroppo ancora non ci siamo liberati di lui’’. Nonostante il trasferimento da Vetralla a Viterbo, infatti, il maresciallo dei Carabinieri ha avuto un’amara sorpresa: ''Indovinate un po’ chi mi sono ritrovato come vicino di casa a distanza di tre anni? Si, proprio lui…’’.

Si tornerà in aula il prossimo 15 febbraio per ascoltare gli ultimi testimoni.






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