ANNO 14 n° 116
''Ha chiuso la porta col lucchetto e ha iniziato a strangolarmi''
Parla la vittima dell'aggressione da parte del convivente 24enne arrestato ad agosto. ''Sono fuggita buttandomi in strada dalla finestra''
29/02/2020 - 06:53

VITERBO - (b.b.) ''Era stato in discoteca con le sorelle e aveva bevuto molto. Quando siamo tornati a casa, ha continuato a bere. Gli ho detto di fermarsi, di smetterla e proprio in quel momento è diventato una furia. Mi ha spinto sul letto e mi ha fatto sbattere contro la testiera. Poi, ha chiusto la porta con il lucchetto, mi è salito sopra e ha cominciato a stringere le sue mani attorno al mio collo. A strangolarmi. Sono state le mie urla a richiamare l'attenzione di mia cognata e degli altri. Hanno sfondato la porta e mi hanno salvato. Hanno cercato di allontanarlo, ma continuava a darmi pugni. Sono riuscita ad alzarmi dal letto e a scappare in un'altra stanza, ho svegliato un'altra mia cognata: mi ha raggiunto e questa volta aveva un coltello in mano. Presa dal panico mi sono buttata dalla finestra e ho cominciato a correre''. 

A salvare la 23enne dalla furia del convivente Antonio Yunior Hiraldo Pantaleon, sarebbe stato uno sconosciuto incontrato in auto vicino al semaforo di Porta Romana. ''Gli sono piombata in macchina, gli ho chiesto di portarmi in questura. Ma mentre stava facendo manovra, ho visto una volante della polizia che stava arrivando. Sono scesa e ho raggiunto i poliziotti''. 

Il giovane dominicano è finito in manette lo scorso 4 agosto, all'alba. Per fermarlo sarebbe stato necessario l'uso dello spray al peperoncino: in carcere da quel giorno deve rispondere di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale.

A salire sul banco dei testimoni, chiamati dal pubblico ministero, ieri mattina sono stati l'ex fidanzata del 25enne, che si è costituita parte civile con l'avvocato Domenico Gorziglia, una sorella di Pantaleon e l'ex cognato. 

''Questa non è stata la prima volta che mi ha picchiato. Nel corso della nostra convivenza, durata per oltre due anni e mezzo ci sono stati altri 4 o 5 episodi - ha proseguito la giovane vittima - è buono, è una persona tranquilla. Ma quando beve si trasforma''. 

Nel carcere di Mammagialla da sei mesi, il 25enne, assistito dall'avvocato Samuele De santis, avrebbe intrapreso un percorso assieme ad una psicologa e starebbe valutando la possibilità di entrare in una comunità per alcolisti. Intanto il suo legale ha chiesto e ottenuto per lui gli arresti domiciliari: Hiraldo andrà a vivere con il nonno. 

''Quella mattina era agitatissimo - ha concluso la sorella dell'imputato - ha addirittura preso un coltello per il pane. Ho tentato di strapparglielo e prendendolo dalla lama, mi sono ferita''. 

Il processo a suo carico riprenderà il 25 marzo.





Facebook Twitter Rss