ANNO 14 n° 107
Governo: bonus Irpef da tagli stipendi. A Ue, pił tempo per pareggio conti
17/04/2014 - 09:53

Nessuno slittamento: l'intervento sui più poveri, i cosiddetti incapienti (chi guadagna meno di 8.000 euro l'anno) arriverà sul tavolo del Cdm - confermano fonti di governo - già venerdì prossimo insieme all'intervento di taglio al'Irpef per i redditi più alti (fino a 25.000 euro). I famosi 80 euro (in media) che arriveranno nelle buste paga del 27 maggio. E torna l'idea, per tutti non solo gli incapienti, di agire più che attraverso le detrazioni fiscali utilizzando un 'bonus' che sarebbe anticipato dai datori di lavoro che poi, a loro volta, lo sconterebbero da quello che devono pagare all'erario. Il costo dell'intervento per i più poveri (in tutto sono 4 milioni, quindi non sarebbero tutti compresi) sarebbe approssimativamente di 1 miliardo. Che si aggiungere ai 6,7 miliardi previsti per le fasce più alte. Quindi nel 2014 l'intervento costerebbe all'incirca 8 miliardi, in linea con quanto calcolato ieri anche dall'Istat (714 euro in media testa per circa 10 milioni di contribuenti, cioè 7,1 miliardi ai quali si aggiunge appunto 1 miliardo per gli incapienti).

 

Si studia anche tecnicamente come far arrivare la cifra (si parla di 40-50 euro) ai singoli e come evitare effetti 'scalino', cioè far aumentare al limite massimo il reddito oltre quello più basso bella fascia successiva. Per quanto riguarda il problema di far arrivare i soldi si ipotizza appunto (come per i redditi più alti) di farli anticipare dai datori di lavoro. Ad esempio, come riporta oggi la stampa, il bonus arriverebbe anche a colf e badanti con redditi sotto gli 8.000 euro. E ad 'anticiparli' sarebbero (come per gli altri) i datori di lavoro. Cioè, in questo caso, le famiglie che poi li recupererebbero versando meno contributi all'Inps. Non è invece ancora noto se l'intervento (fino ad 8.000 ed oltre di reddito) riguarderà anche i pensionati. Ma lo stesso Matteo Renzi ha già spiegato che la 'pratica' pensioni minime sarà affrontata nel 2015. Quindi quest'anno non ci dovrebbero essere interventi. Novità emergono sul fronte delle coperture. Il recupero del canone Rai evaso che avrebbe fruttato al Tesoro circa 150 milioni non ci sarà. Almeno non ora.

 

La notizia emersa sulla stampa è stata infatti smentita da Palazzo Chigi. Sembra invece prendere sempre più piede l'ipotesi di tagliare gli stipendi alti. Cioè di chiedere un 'contributo di solidarietà'. La voce circola da qualche giorno e viene ripresa oggi anche da alcuni quotidiani. L'ipotesi è che vengano colpiti gli stipendi più alti (già sottoposti al 'tetto-Napolitano') ma anche quelli intermedi con un meccanismo a scalare che colpirebbe anche i quadri. Si studia un meccanismo che coinvolgerebbe stipendi pubblici ma anche privati per evitare di incorrere nei rilievi della Corte Costituzionale che nel 2012 bocciò analogo provvedimento a firma Giulio Tremonti. Sarebbero nel mirino quindi gli emolumenti anche dei vertici delle autorità indipendenti, dall'antitrust agli appalti. In questo caso si arriverebbe a un gettito di 5-600 milioni. E si studiano ancora tagli (in questo caso 'lineari') ai fondi impiegati dalle amministrazioni (e dalle partecipate) per l'acquisto di beni e servizi. Ma le cifre precise non sono ancora disponibili perchè sono attualmente oggetto di analisi da parte della Ragioneria generale dello Stato.

 

Governo a Ue: 'Più tempo per il pareggio dei conti' - Il Governo scrive alla Commissione europea e per giustificare lo slittamento al 2016 del pareggio di bilancio invocando le 'circostanze eccezionali'. A partire dall'ulteriore pagamento di 13 miliardi di debiti arretrati della P.a. Risponde l'Ue: ok, valuteremo il percorso indicato dall'Italia. Anche in vista dell'esame del piano di riforme e del semestre di presidenza. Dopo una giornata di polemiche e scontri alla Camera con Fi che minaccia anche l'ostruzionismo il Tesoro mette 'on line' il carteggio Roma-Bruxelles. Anche per placare gli animi. E il premier Matteo Renzi replica via twitter a chi non crede al percorso fissato dal governo nel Def per la riduzione delle tasse: ''dicevano che era una televendita. Poi che non c'erano le coperture. Poi le coperture sì, ma non quelle. #Amicigufi ma aspettare venerdì no?''. Dunque si va al doppio voto (del Def e del rinvio del pareggio a Camera e Senato) dopo una giornata di polemiche arrivate anche durante la riunione della capigruppo di Montecitorio dove il presidente dei deputati di Fi, Renato Brunetta ha minacciato di non votare il Def senza aver prima visto la lettera di Padoan. Tanto che il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha definito dopo aver lasciato la riunione, il comportamento del rappresentante di Fi ''irriguardoso e irrispettoso del presidente della Camera e dell'intera capigruppo, e non per la prima volta''. Nella maggioranza liquidano gli attacchi di Fi (arrivati anche da altri esponenti) come strumentali visto che il governo aveva già annunciato la lettera che serve solo ad ''informare'' l'Ue.

 

 

La parola ora passa alle aule parlamentari. E l'attenzione di Renzi è soprattutto sui numeri di Palazzo Madama visto che dovranno essere presenti 168 senatori per la maggioranza assoluta. L'ordine di scuderia è: tutti in aula. La lettera alla fine è arrivata: il Tesoro l'ha pubblicata sul suo sito istituzionale insieme anche alla risposta tornata indietro da Bruxelles. Dice il Tesoro alla Commissione: il governo da deciso di pagare ulteriori 13 miliardi di debiti P.a. quindi ''in linea con la clausola delle circostanze eccezionali' stabilite per legge, devierà 'temporaneamente' dagli obiettivi del pareggio di bilancio. Nella lettera inviata dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al vicepresidente della Commissione europea Siim Kallas, si assicura comunque il pareggio strutturale nel 2016 e che il governo, oltre a usare la spending review per ridurre il cuneo fiscale nel 2014, procederà nel periodo 2014-2017 con un piano di privatizzazioni di circa lo 0,7 per cento di pil all'anno. Replica la Commissione: ''prendiamo atto della deviazione temporanea annunciata dagli obiettivi di bilancio e del rinvio fino al 2016 dell'obiettivo a medio termine (il pareggio)''. La Commissione comunque ''valuterà il percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di medio termine''. Ma Brunetta non ci sta comunque: ''la lettera alla Ue è confusa e la risposta è imbarazzata''.

ANSA.IT






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