ANNO 14 n° 116
Volti e commenti
aspettando Gloria
Viaggio tra il pubblico lungo il percorso nel fotoservizio di Lietta Granato
05/09/2015 - 06:00

VITERBO - Volti e pensieri, tutti rivolti a santa Rosa, ai facchini, al trasporto della macchina raccolti dalla fotografa Lietta Granato. Dai racconti dei viterbesi (e non)assiepati lungo il percorso emerge un filo conduttore: il trasporto è sempre uguale eppure sempre diverso. Ogni volta suscita sensazioni nuove.

Valeria, Gaia e Sofia, bandana e maglietta inneggianti a santa Rosa e Gloria, sono sedute in via Cavour: ''Ci piace tanto santa Rosa - dicono - perché è molto generosa nei confronti degli altri e poi perché è una ragazza speciale che ha fatto tanti miracoli, tipo quello della bambina cieca: le ha ridato la vista''.

''Per me santa rosa è sempre uguale, tutti gli anni dice un signore in attesa a san Sisto -. Eppure la vediamo sempre, non abbiamo mai perso un trasporto''.

Letizia, in attesa del ''sollevate e fermi'' a san Sisto insieme all'amica Alessia, ricorda: ''Quando ero piccola c'era 'Volo degli angeli' e santa Rosa era già una festa molto grande per noi viterbesi. E' un'emozione forte.

Da piccoli non vedevamo l'ora di vedere il trasporto. Avevamo dei parenti al centro storico ed era sempre una grande festa''.

A san Sisto, in mezzo al pubblico, c'è anche Roberto. ''Non ho mai mancato un trasporto - dice -, neanche quando vivevo a Pesaro per lavoro. Il 3 Settembre è sacro.

Sono qui da stamattina alle 7,30, ma c'era gia' gente''.

All'inizio di via Garibaldi, due signore si riparano dal solo sotto un ombrellino: ''Quando eravamo piccole - raccontano - era sempre un'emozione enorme, unica. Ma anche adesso e' lo stesso.Bisogna vederla dal vivo, è impossibile spiegarlo a parole. Per me - sottolinea una delle due - era una doppia festa perché la mia mamma si chiama Rosa''.

Ada, Miranda e una loro amica (due sono suore)esprimono pensieri più spirituali. ''Se Santa Rosa facesse veramente un miracolo, trasformerebbe molte delle persone che sono qui stasera solo per vedere la macchina, per fare festa come se fosse una semplice fiera di paese, in persone umane, accoglienti e cristiane. Per alcuni è come andare a vedere una sfilata di carri allegorici''.

Poco più avanti, Davide ritorna al profano: ''

Quando ero piccolo - argomenta - santa Rosa, significava la sedia portata da casa e l'attesa interminabile fin dalla mattina. Io venivo qui con mio nonno. C'erano dei personaggi particolari che si vedevano in giro solo a santa Rosa.Quando vedevi quel signore che vendeva i fischietti a trombetta, anno dopo anno, avevi la sensazione che tutto era a posto. Poi c'era l'emozione dei tamburi, di notte, e la meraviglia, per noi bambini, di questa torre immensa che arrivava fino al cielo...''-

Luca, a piazza Fontana Grande, racconta la ''sua' santa Rosa. ''Io non sono di Viterbo - spiega - ma sono fidanzato con una ragazza di qui. Questo è la mia terza Trasporto. E' bellissimo assistere alla passione che si vede negli occhi delle persone''.

Per Francesco, in attesa sotto Fontana Grande, la festa è doppia: ''Oggi è il mio compleanno. Tutti gli anni quando ero piccolo pensavo che la macchina passasse per festeggiare il mio compleanno. Era una specie di sherzo che mi aveva fatto mio padre, ma ha reso questa festa ancora più magica per me. Io sono viterbese Doc con genitori e nonni viterbesi e ne sono fierissimo''.

Lì vicino ci sono Paola e Piero: ''Noi siamo romani e abitiamo in Friuli, ma siamo venuti a vedere dal vivo la macchina di Santa Rosa; la conoscevamo, ma questa è la nostra prima esperienza dal vero''.

Ancora un tuffo nel passato con Chiara, seduta in via Cavour: ''Da piccola mi piaceva tantissimo santa Rosa.

Venivamo sempre la mattina alle 7 - dice - e stavamo fino a notte, anche con i bambini di pochi mesi. Ci piaceva vivere tutta l'atmosfera, la festa. Questa è una cosa che va vissuta in mezzo alla gente, non sulle finestre''.

In via Cavour ci sono anche Tommaso e Nicole: ''Ci piace vedere i facchini dice il primo -, Nicole è fidanzata con un mini-facchino: lui è molto forte''.

Nadia, in via Saffi spiega: ''Non sono di Viterbo ma sono una devota di santa Rosa e dal 1993, puntualmente, la mattina vengo a prendere il posto, ogni anno nello stesso punto lungo. L'emozione più grande è vedere la fede, la forza e l'amore nelle espressioni dei facchini''.

Gaia, Alessandro e Piermatteo sono a piazza del Plebiscito

dalla mattina alle 8,30: ''Abbiamo la schiena a pezzi - sottolineano -, ma come ogni anno siamo qui, ne vale la pena. Lo zio di Piermatteo era facchino, e Gaia ha fatto la sbandieratrice. La macchina è sempre la cosa più emozionante; da piccoli la vedevamo sulle spalle di papà. Sono ricordi indimenticabili''.

''Ho portato mio figlio che ha meno di sei mesi - dice Chiara, in attesa della Macchina in via Roma -; per me santa Rosa ogni anno è un'emozione nuova. Io abito a Roma ma torno sempre appena posso per vedere questo spettacolo unico. L'aria che si respira anche nei giorni che precedono il trasporto è bellissima. Quest'anno ho portato con me dei miei amici di Roma per vedere il trasporto. Sono una fan sfegatata''.

Silvia, è da ore a piazza delle Erbe: ''Santa Rosa l'ho vista per la prima volta che ero già grande - ricorda - ed è stato molto emozionante. Poi coincide con il mio compleanno. Da piccola guardavo sempre il trasporto in TV ma vederlo dal vivo è stata un'emozione forte, da lasciarti senza fiato. Da allora sono qui tutti gli anni, con la mia sedia portata da casa''.

Per Biagio, tra il pubblico in via della Sapienza, è il secondo trasporto: ''Io sono del Molise, e la prima volta sono stato quasi forzato a venire da una signora che conoscevo. Io non ero molto convinto, ma quando l'ho vista ci sono rimasto.Quando la vedi dal vivo é un'emozione enorme, incredibile.Poi se penso a tutto il lavoro che c'è dietro è veramente uno spettacolo incredibile''.

Al Corso, Francesco argomenta la sua emozione: ''Ogni volta che passa la macchina è uno spettacolo incredibile. Anche i tamburi aiutano: senti proprio qualcosa nello stomaco. Ho visto molte macchine diverse: alcune erano più simpatiche, altre più colorite, tipo Las Vegas. Ho visto Gloria sguarnita e l'impressione è stata ottima''.

Pietro, a piazza del Teatro, è un veterano del trasporto:

''Da piccolo - afferma - quando passava santa Rosa era un'emozione fortissima. Io la vedevo alla partenza: andavo a vederla coi miei amichetti. La cosa più emozionante di tutte è l'arrivo, su alla chiesa. E' un'emozione unica e irripetibile''.

Il Gruppo Sbandieratori di Vetralla, quest'anno a piazza delle Erbe, ogni 3 settembre cambia postazione per assistere al trasporto: ''Siamo i genitori degli sbandieratori - dicono - e seguiamo i nostri ragazzi ovunque vadano. Santa Rosa per noi è una cosa unica, si sente tanto dentro. E' un'emozione fortissima e non la perderei per nulla al mondo''.





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