ANNO 14 n° 110
''Gloria'', la luce pił bella di tutta Viterbo
Misure di sicurezza e devozione, trasporto impeccabile
04/09/2017 - 00:19

VITERBO – Sicurezza, vicinanza e un unico sentimento. Quello per Santa Rosa. Quello per la città. Che ogni anno si rinnova nella magica notte del 3 settembre e che spinge migliaia di persone nelle vie del centro storico per ammirare uno spettacolo da patrimonio mondiale dell’umanità, uno spettacolo che è tradizione, fede e folclore. Uno spettacolo che è semplicemente il trasporto della Macchina di Santa Rosa.

Anche quest’anno impeccabile, sotto ogni punto di vista. A partire dalla sicurezza: 400 gli uomini delle forze dell’ordine impegnati dalle prime luci dell’alba per garantire la massima sicurezza alla città. Una prevenzione che si avverte, palpabile, nell’aria e che la folla, accalcata ai bordi delle strade, percepisce.

Il primo ‘’Sollevate e fermi!’’ arriva alle 21,12, dopo la consueta benedizione del vescovo, Monsignor Lino Fumagalli, e le parole di incitamento del capofacchino Sandro Rossi.

Le parole di un padre verso i propri figli, di un amico, di chi ci è già passato e sa cosa vuol dire trovarsi davanti a 1900 metri da affrontare con un peso enorme sulle spalle e una forza immensa nel cuore. 'Stare sotto la Macchina di Santa Rosa è un po' come vivere la vita di ogni giorno. Se so ha un momento di debolezza, chi ti sta accanto ha il compito di sorreggerti. Così come i facchini, stretti l'uno all'altro, spalla a spalla. Pronti ad aiutare chi ne ha bisogno, nella consapevolezza che gli altri ci saranno quando toccherà a te.'.

E allora via, verso piazza Fontana Grande, poi piazza del Plebiscito, passando per via Cavour, dove la fatica lascia spazio ai ricordi. A quelli del 1967, quando la magnifica Volo d’Angeli improvvisamente si fermò, appoggiandosi contro le pareti degli edifici. Luci spente per Gloria e un unico, grande faro ad illuminare la statua dell’ideatore e costruttore Giuseppe Zucchi, a cui il trasporto è dedicato.

Poi di nuovo sotto, per un nuovo ''Sollevate e fermi!’’ dal Comune, dopo la girata in memoria del regista Giorgio Capitani, scomparso lo scorso marzo, e di tutti i facchini che non ci sono più. Sono le 22,02 e Gloria è più bella e acclamata che mai. Ancora metà percorso e tanta fatica da fronteggiare per i cento leoni.

Via Roma, piazza delle Erbe, corso Italia: tutto fila liscio. E la soddisfazione di organizzatori e addetti è incontenibile: ''Sta andando tutto alla perfezione - commentano i protagonisti del trasporto - la Macchina risponde bene ad ogni nostro passo. La fatica si sente, ma non è nulla in confronto all'emozione che ci sta riempiendo il cuore’’. Poi l’arrivo a piazza Verdi, gremitissima, da cui partire per il tratto aggiuntivo di viale Marconi: 800 metri in più, affrontati con grinta e determinazione. Ma è solo alle 23,44 che Viterbo trattiene il fiato: Gloria è ferma. Davanti a lei il tratto più bello dell’intero percorso, la salita di via di Santa Rosa, che la riporterà a casa, nel suo santuario.

''Forza, ci siamo!’’. L’incitamento del capofacchino Rossi non tarda ad arrivare. Corde alla mano, La Macchina è pronta a correre. L’arrivo è perfetto: sono le 23,51 e Rosina è tornata a casa.






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