ANNO 14 n° 75
''Gli ho tirato quattro pugni e
gli ho spaccato un occhio...''
Quando ''Peppino'' Trovato massacrò un motociclista dopo un diverbio stradale
04/02/2019 - 06:50

VITERBO - (a.v.) Non solo attentati incendiari e teste mozzate di maiale per mandare macabri avvertimenti: la banda calabro-albanese imponeva la sua forza intimidatoria anche attraverso le brutali aggressioni con le quali i suoi membri erano soliti vendicarsi per i torti subiti. Anche quelli più futili. Come nel caso di Giuseppe Trovato detto ''Peppino'', il boss del sodalizio criminale, che la scorsa estate massacrò di pugni un motociclista dopo un banale diverbio stradale.

La vicenda è ricostruita nell'ordinanza di 720 pagine firmata dal gip Flavia Costantini, su richiesta dei pm Fabrizio Tucci e Giovanni Musarò, che all'alba dello scorso 25 gennaio ha portato all'arresto di 13 persone nell'ambito dell'operazione antimafia ''Erostrato''.

La mattina del 14 luglio Giuseppe Trovato era alla guida della sua auto quando si ritrovò ad avere uno scambio di battute con un centauro, ''colpevole'' secondo il calabrese di averlo apostrofato con l'epiteto ''Faccia da cazzo''. Una mancanza di rispetto intollerabile per il boss che andò su tutte le furie, come si apprende dalla conversazione telefonica avuta quel giorno con la compagna Fouzia Oufir: ''Ma io devo scendere e menare... se no la gente non sentono la gente... tanto so dove sta ho capito già chi è...'', si legge nella trascrizione dell'intercettazione registrata dai carabinieri.

''Peppino'' dalle parole passò presto ai fatti. Il 26 luglio, mentre percorreva viale Trento in macchina, riconobbe il motociclista che in quel momento stava camminando a piedi di fronte alla biblioteca comunale. ''Trovato – è scritto nell'ordinanza del tribunale di Roma –, disinteressandosi della presenza di persone sul posto, scende della propria autovettura, si avvicina senza esitazioni all'uomo e lo aggredisce repentinamente e violentemente, colpendolo al viso con un pugno ed un oggetto contundente, per poi allontanarsi''.

Il malcapitato, persi i sensi e caduto a terra dolorante, venne soccorso da una coppia di passanti e trasportato dal 118 all'ospedale Belcolle dove i medici gli refertarono un trauma cranio-facciale e 10 giorni di prognosi. Il calabrese, nel raccontare orgogliosamente l'episodio alla compagna, si espresse così al telefono: ''Gli ho tirato quattro pugni dentro la faccia e me ne sono scappato... chiama la polizia... chiamala chiamala... e gli ho spaccato un occhio... vai in culo...''.





Facebook Twitter Rss