ANNO 14 n° 110
Giansanti, colosso
del cibo made in Italy
Una delle sedi dell'azienda che ha conquistato il mercato globale č nella Tuscia
21/12/2014 - 00:13

di Roberto Pomi

VITERBO - 2mila ettari di terreno, parte dei quali nel Viterbese e la capacità di pensare globale. Questa è l’azienda agricola Giansanti, che ha conquistato l’attenzione di Repubblica nella rubrica dedicata alle aziende che raccontano un’Italia che ha saputo reagire alla crisi.

Giansanti è un gruppo che affonda le proprie radici anche nella Tuscia, vantando ben cinque aziende agricole sparse tra Viterbo, Roma, Pomezia e Parma. 9,8 milioni di euro di fatturato nel 2013 e lo sguardo rivolto a Est, verso i mercati asiatici. Il gruppo è specializzato nella produzione di cereali, semi oleosi e prodotti alimentari trasformati.

Tutto nasce nel 1947, quando Giovanni di Muzio ritorna dalla terribile guerra mondiale e trova le proprietà di famiglia interamente distrutte. Decide quindi di ripartire dalla terra, da uno dei mestieri più antichi del mondo: l’agricoltura.

Per più di mezzo secolo le dimensioni sono quelle di una piccola azienda familiare, poi arriva la crisi. Una miniera d’occasioni perché Massimiliano Giansanti, presidente della Società Agricola Giansanti, sa raccogliere la sfida. O si chiude o ci si ingegna. E l’ingegno, nel suo caso, ha prevalso. Basta guardare ai mercati locali, occhi ben fissi sui mercati globali.

A massicce dosi d’innovazione il gruppo cresce e diventa quello che è oggi: una realtà importante dell’agroalimentare italiano. Abbattimento dei costi e mantenimento dei livelli produttivi i punti cardine da cui sono maturate tutte le scelte strategiche. Così la realtà produttiva ha iniziato a parlare il linguaggio della nuova agricoltura: la rotazione dei campi, che li rende più fertili, permette il risparmio nell’uso di fertilizzanti e la riduzione delle arature. Sono stati introdotti pannelli fotovoltaici, per l’autosufficienza energetica, e a Roma è nata una urban farm. 20 appartamenti, un campo pratica per golf e un casale destinato a eventi d’intrattenimento.

Oggi stanno valutando di entrare anche nel mercato dei produttori di pasta, da realizzare esclusivamente con il proprio grano. E vogliono conquistare l’Asia dell’Est con il parmigiano reggiano Dop che producono a Parma.






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