ANNO 14 n° 111
Giallo sulla morte di Maria Sestina, il fidanzato davanti al Riesame
Per la Procura di Viterbo Andrea Landolfi deve stare in carcere

RONCIGLIONE - (b.b.) E' ancora giallo sulla morte di Maria Sestina Arcuri, la 26enne precipitata dalle scale dell'appartamento della nonna del fidanzato lo scorso 4 febbraio e morta poche ore dopo in ospedale. Ma una cosa è certa. Per il pubblico ministero Franco Pacifici non c'è stato nulla di accidentale. A gettarla dal secondo piano dell'abitazione, oltre il parapetto di 80 centimetri della scalinata, sarebbe stato il fidanzato, il 30enne Andrea Landolfi. E per questo lo vuole in carcere. 

Ad oggi indagato a piede libero per omicidio aggravato, lesioni e omissione di soccorso, questa mattina assieme al suo avvocato Luca Cococcia comparirà di fronte al tribunale del Riesame. Dopo il no del gip viterbese al suo arresto e all'applicazione della misura cautelare, infatti, la procura si è spinta fino a Roma per ottenere ciò che nelle aule del Palagiustizia di via Falcone e Borsellino non ha avuto.

Dalle prime risultanze dell'autopsia svolta sul corpo di Maria Sestina, le ferite non sarebbero compatibili con un rotolamento per le scale, ma, piuttosto, con una caduta dall'alto in accelerazione. La 26enne sarebbe dunque stata sollevata di peso e poi fatta precipitare oltre il parapetto, andando a sbattere sul pianerottolo in marmo. E riportando le lesioni mortali alla testa. Una ricostruzione, quella offerta dal medico legale incaricato di svolgere l'esame sul corpo della ragazza, che andrebbe a smentire la versione del fidanzato Andrea da sempre raccontata agli inquirenti. 

''Stavamo litigando e siamo caduti giù dalle scale - sostiene il 30enne - nel tentativo di afferrarla sono precipitato anche io''. 

Questa mattina sarà a Roma, davanti al tribunale del Riesame che deciderà sulla sua libertà o sul suo arresto.





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