ANNO 14 n° 110
''Gestione carente e anziani non curati’’
Ospizio lager di Gradoli, parla in aula il consulente del pubblico ministero
15/02/2017 - 02:01

VITERBO – ''Tutti gli ospiti della struttura ‘’Il Fiordaliso’’ erano persone anziane, fragili, con patologie tali da aver bisogno di attenzione e cure specifiche.’’ Quelle che non ricevevano all’interno della casa di riposo di Gradoli. Così, in aula, il consulente del pubblico ministero Massimo Lancia, medico chirurgo e professore all’Università degli studi di Perugia.

Per lui nulla, all’interno della struttura gestita da Franco Brillo e dai suoi figli Federico e Maurizio, era adatto a fronteggiare le necessità degli anziani ricoverati: cibo di qualità scadente, poco riscaldamento e personale non specializzato e non opportunamente formato. ''Tutti si improvvisavano tutto – ha spiegato il professore, in Corte d’Assire – chi puliva per terra era lo stesso che somministrava i medicinali o che preparava da mangiare.’’. Una struttura, dunque, secondo il consulente di parte, affatto idonea ad ospitare persone con gravi patologie come quelle che, a cavallo tra il 2009 e il 2010, nelle stanze della clinica ‘’Il Fiordaliso’’ vennero ricoverate e successivamente trovarono la morte.

Otto decessi per cui, oggi, i gestori e i dottori Ugo Gioiosi e Lucia Chiocchi devono rispondere a vario titolo di abbandono aggravato di incapace, somministrazione di farmaci scaduti e falso.

''Analizzando le loro cartelle cliniche che mi sono state fornite dai carabinieri del Nas, a indagini concluse, trapela come gli ospiti della struttura non siano stati sufficientemente curati. Non vi è prova, ad esempio, di alcun trattamento farmacologico per l’insufficienza renale del signor J.P., già affetto da morbo di Parkinson. Non vi è traccia di alcuna terapia per A.N. colpita da un’embolia polmonare.’’ ha spiegato. ‘’Questa carenza nella gestione può sicuramente aver portato alla morte di alcuni degli ospiti della struttura’’.

Anziani malati, dunque, e non abbastanza seguiti da poter guarire. Seppur nei limiti del possibile, considerata la loro età media.

''All’interno de ‘’Il Fiordaliso’’ quelle persone non avrebbero dovuto stare: non c’era alcuna compatibilità della struttura con le loro gravi condizioni sanitarie. Non sono stati gestiti in maniera adeguata.’’ ha concluso.

Si tornerà in aula tra una manciata di giorni, il prossimo 21 febbraio.





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