ANNO 14 n° 111
Fusione BpM - Banco
Popolare: il viterbese
Mauro Paoloni sarą
vice presidente
16/10/2016 - 02:00

VITERBO - Rivoluzione nel mondo bancario. Nasce, dalla fusione tra Banca popolare di Milano e Banco Popolare di Verona, il terzo colosso italiano che va porsi nella scia di Banca Intesa e Unicredit. Dopo quella del Banco Popolare anche l’assemblea di Bpm, riunita a Rho Fiera, ha votato sì alla fusione e alla trasformazione in spa. Imponenti i numeri del neonato colosso bancario: 4 milioni di clienti, 2.467 filiali, una quota di mercato a livello nazionale dell’8,2% e un presidio particolarmente forte in Lombardia, Veneto e Piemonte, cioè le regioni più 'ricche' dello Stivale.

C'è anche un pizzico di Tuscia nell'organigramma del nascente istituto. Mauro Paoloni (viterbese, docente di economia aziendale all'Università Roma Tre ed ex braccio destro di Giuseppe Aloisio quando quest'ultimo era direttore generale della Asl di Viterbo) sarà vice presidente vicario.

Sebbene la fusione sia stata approvata a larga maggioranza (soprattutto a Verona dove i sì hanno ricevuto un autentico plebiscito), non mancano le dolenti note: l’integrazione, infatti, determinerà sinergie a regime per 460 milioni, di cui 140 milioni per riduzione del personale attraverso circa 1.800 esuberi. Altri 110 milioni saranno risparmiati sui costi operativi, con la razionalizzazione delle duplicazioni di spesa, l’incremento del potere contrattuale e la riduzione del numero di filiali. Al centro delle strategie del nuovo gruppo ci sarà anche la riduzione dei crediti deteriorati che scenderanno di almeno 8 miliardi al 2019, in linea con le richieste pervenute dalla Bce.






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