ANNO 14 n° 111
Furbetti del cartellino, patteggia l'ex caposala della medicina trasfusionale
Otto rinviati a giudizio, tra loro anche l'ex dirigente Tiziana Riscaldati licenziata nel 2017
11/12/2019 - 06:42

VITERBO – (b.b.) Furbetti del cartellino, patteggia l’ex caposala del reparto di medicina trasfusionale di Belcolle, Stefania Gemini. La specialista, accusata di truffa e falso, era stata sospesa e poi successivamente licenziata nel 2017: ieri ha patteggiato una condanna a un anno e otto mesi di fronte al gup Rita Cialoni. Con lei, a chiedere e ottenere il rito alternativo anche un altro collega, Renato Mastrocola, 62 anni, condannato a otto mesi di arresto.

Per gli altri dipendenti pubblici, tra cui l’ex dirigente del reparto Tiziana Riscaldati, sarà processo ordinario. Accusati a vario titolo di truffa e falso, ieri sono stati tutti rinviati a giudizio. Tiziana Riscaldati, Maria Rita Guitarrini, Rosaria Amato, Gaetana Benedetti, Laura Taschini, Raffaele Pellecchia, Maurizio Trenta e Teresa De Siena dovranno comparire il prossimo 14 aprile di fronte al giudice monocratico Roberto Colonnello. Parte civile la Asl viterbese.

Fuori dal processo, per prescrizione, invece Basilio Radini.

Secondo il pubblico ministero Paola Conti, titolare della maxinchiesta che nel 2017 portò a 23 indagati, per anni medici e infermieri del reparto di medicina trasfusionale, attraverso irregolari timbrature del cartellino, avrebbero gonfiato i propri stipendi, per un importo complessivo di un milione e 300mila euro ai danni dell’azienda ospedaliera locale. E avrebbero creato ad hoc schede di rimborso per prestazioni, anche domiciliari, di fatto mai effettuate.

Tra loro ci sarebbe anche l’ex dirigente dell’unità, la 61enne Tiziana Riscaldati, sospesa dal lavoro il 27 gennaio del 2017 e licenziata due mesi dopo senza alcun preavviso: per l’accusa, seppur in qualità di dirigente non fosse tenuta a rispettare un preciso orario di lavoro, per mesi avrebbe utilizzato il proprio badge personale per ''attestare la presenza sul posto di lavoro ottenendo così un vantaggio economico in maniera fraudolenta''.





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