ANNO 14 n° 110
Furbetti del cartellino, ancora uno stop all’udienza preliminare
In undici in attesa di giudizio, la Asl pronta a costituirsi parte civile
27/03/2019 - 07:15

di Barbara Bianchi

VITERBO – Furbetti del cartellino, si dovrà aspettare fine maggio. Ancora uno stop all’udienza preliminare per gli undici dipendenti Asl, tra medici e infermieri, finiti nella bufera giudiziaria nel 2017 con le accuse di truffa e falso. Secondo la Procura viterbese, avrebbero timbrato badge senza essere effettivamente sul posto di lavoro e avrebbero creato ad hoc schede di rimborso per prestazioni, anche domiciliari, di fatto mai effettuate. Un danno per migliaia e migliaia di euro per cui la Asl ora sarebbe pronta a costituirsi parte civile.

Ma c’è da attendere. Almeno un paio di mesi, ancora. Ieri mattina, infatti, di fronte al gup Rita Cialoni una nuova richiesta di rinvio, dopo quella del novembre scorso, per l’impedimento di uno degli avvocati difensori.

Si tornerà in aula il 28 maggio: sarà allora che tutti gli indagati – undici, arrivati in udienza preliminare - potranno finalmente scoprire quale sarà il loro destino processuale: un rinvio a giudizio, un proscioglimento da tutte le accuse o un patteggiamento.

Ad optare quasi sicuramente per il rito alternativo, che permetterà di ottenere lo sconto di un terzo della pena, saranno l’infermiera Stefania Gemini e il collega Renato Mastrocola, che secondo la pm Paola Conti, assieme agli altri nove indagati, per mesi avrebbero timbrato il cartellino e poi si sarebbero allontanati dal posto di lavoro.

Ma non solo. Così come la dirigente del servizio di medicina trasfusionale, Tiziana Riscaldati, licenziata in tronco dopo la maxi inchiesta, avrebbero falsificato più di 150 schede di rimborso che li vedevano impegnati in trasfusioni domiciliari così da poter ottenere il risarcimento delle spese sostenute.





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