ANNO 14 n° 89
Firme false, oggi secondo round
Stamattina nuova udienza: il giudice dovrà pronunciarsi su ammissibilità perizia
L'avvocato Valentini: ''Incomprensibile l'atteggiamento del pubblico ministero''
02/10/2014 - 02:01

VITERBO – (ale.ser.) Di certo la sede non è un ring, bensì un'aula di tribunale; ma che i toni, verbali chiaramente, siano quelli di un match si era già capito durante l'udienza di giovedì scorso. Quando era previsto il conferimento dell'incarico ai periti di parte per accertare una volta per tutte la genitorialità delle firme incriminate.

La vicenda è arcinota: tutto inizia nel 2010, quando l’ingegnere di Bolsena Angela Birindelli assume un incarico professionale esterno in qualità di coordinatore della sicurezza nell’ambito dei lavori di ampliamento della scuola media di Soriano nel Cimino Ernesto Monaci. Secondo il direttore Ugo Gigli, la Birindelli non aveva messo al corrente l’Ater dell’incarico. E, a dicembre, scatta la denuncia per falso. (Che fa seguito a quella che l’ex assessora aveva presentato nel giugno 2013 contro Gigli per mobbing). Dal canto suo, l’ingegnere, sentita in Procura, fornisce copia dell’autocertificazione al pubblico ministero Renzo Petroselli. Ma è falsa. Almeno così si legge sulla perizia che porta la firma della dottoressa Tiziana Agnitelli, perito grafologo giudiziario. “Si può esprimere con certezza un giudizio di falsità per la firma in verifica”. E le “firme in verifica” sarebbero tre.

Alla luce di tale circostanza, l'avvocato Enrico Valentini, che insieme al noto penalista romano, Pierfrancesco Bruno, difende Gigli, aveva chiesto l'incidente probatorio, accolto dal giudice Franca Marinelli. L'udienza, celebrata giovedì scorso, era stata rinviata a questa mattina perché il pm aveva sollevato alcune eccezioni preliminari alla ammissibilità della perizia. Il giudice, sentite le deduzioni della difesa, si era riservato aggiornando ad oggi a seduta.

Alla vigilia del nuovo incontro/scontro, l'avvocato Valentini è piuttosto agguerrito. ''Non capisco questa strenua opposizione da parte di un procuratore della Repubblica nei confronti di un indagato che vuole l'accertamento della verità, compresa quindi la sua eventuale responsabilità''. Per il legale è una circostanza che non ha senso. ''E' davvero incomprensibile”, dice.

Non solo. ''Secondo il dottor Petroselli la perizia non è ammissibile perché i documenti sono fotocopiati e allora mi chiedo: non sono attendibili per essere sottoposti ad una verifica peritale ma lo sono per formulare accuse contro un persona?. Mi pare che tutto questo abbia dell'incredibile''.

Ancora: ''Ritengo doveroso – dice in conclusione Valentini – consentire ad un indagato di compiere atti difensivi, soprattutto in casi come questo, dove insistono lacune difensive''.

La parola, comunque, adesso spetta al giudice.





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