ANNO 14 n° 89
Fials: ''Il precariato e massacro dei dipendenti della Asl č voluto da Cgil-Cisl-Uil''
06/04/2018 - 10:19

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo dal segretario provinciale Fials Viterbo, Vittorio Ricci:

Dopo i proclami roboanti di Cgil-Cisl-Uil contro il precariato ed ogni forma di contratto atipico, a progetto, partite Iva, co.co.co ecc, pensavamo che finalmente si fosse raggiunta quella necessaria dose di buon senso e consapevolezza affinché nel mondo del lavoro si respirasse un clima nuovo, che evitando certe forme di palese sfruttamento legalizzato, migliorasse qualitativamente la vita di ogni singolo lavoratore.

Così con tanta speranza e con grande entusiasmo per le belle parole pronunciate innumerevoli volte dalla triplice contro il nefasto ''precariato'', abbiamo letto il contratto di lavoro dei dipendenti del Comparto del Servizio Sanitario Nazionale, firmato recentemente da Cgil-Cisl-Uil e non dalla Fials e siamo, nostro malgrado, rimasti veramente esterrefatti.

L’art. 57 prevede che: ''il numero massimo di contratti a tempo determinato e di contratti di somministrazione a tempo determinato stipulati da ciascuna Azienda o Ente complessivamente non può superare il tetto annuale del 20% del personale a tempo indeterminato in servizio''. In sostanza nella Asl Viterbo, considerato che i rapporti a tempo indeterminato tra infermieri, tecnici, amministrativi ecc sono oltre 2000, si avranno ben 400 lavoratori a tempo determinato magari in tutto o in parte somministrati, provenienti dalle agenzie interinali, cioè da quelle strutture molto chiacchierate in passato, sia per i costi elevati, che per le modalità di reclutamento dei lavoratori. Così la storia si ripeterà, avremo nuovamente lavoratori precari di serie B o C, vessati, sfruttati e ricattati, ne più e ne meno di come lo sono ora. Alla faccia dell’azzeramento del precariato e della coerenza di Cgil-Cisl-Uil.

Se si da un’occhiata poi all’art. 27 dello stesso contratto, si scopre un altro ''regalino'' confezionato da Cgil-Cisl-Uil, per i lavoratori della Asl non turnisti, amministrativi in particolare, ma anche molti tecnici e sanitari. In sostanza il dirigente o direttore, disporrà del loro orario di lavoro settimanale in modo articolato per un totale di 4 mesi all’anno. Ciò significa, che per tale periodo, che può essere anche frazionato, il lavoratore sarà obbligato ad effettuare da un minimo di 28 ore, ad un massimo di 44 ore settimanali. E’ evidente, che per fare fino a 44 ore la settimana, i centinaia di amministrativi della ASL Viterbo, saranno costretti ad effettuare anche 5 rientri pomeridiani settimanali oppure 2 rientri pomeridiani ed il sabato lavorativo. Naturalmente essendo orario articolato, non si potrà pretendere il pagamento dello straordinario, ma si recupererà l’eccedenza delle 36 ore, nei tempi e nei modi che deciderà il direttore dell’unità operativa o del servizio di appartenenza.

L’orario ordinario settimanale previsto di 36 ore, potrà quindi, per recuperare le ore fatte in eccedenza, cioè fino a 44 settimanali, scendere fino a 28 ore (distribuito se necessario anche tra mattina e pomeriggio) nei giorni, nelle settimane, o nei mesi successivi.

A questo punto, dopo tanta spudorata incoerenza sul precariato e lo scientifico massacro soprattutto degli amministrativi della ASL Viterbo, noi della Fials ci siamo chiesti se Cgil-Cisl-Uil, anche per il prevedibile aumento dei rientri pomeridiani, avessero previsto in questo ''scellerato'' contratto, perlomeno l’adeguamento dei buoni pasto da € 5,16 attuali, ad € 7,00 come è per tutti i dipendenti pubblici, invece no, niente adeguamento. Allora pensiamo che sia veramente arrivato il momento che Cgil-Cisl-Uil facciano le valigie, il tempo dell’oscurantismo e dell’inganno è finito, la nuova coscienza emergente dei lavoratori vuole respirare aria nuova.







Facebook Twitter Rss