ANNO 14 n° 116
Farris e Fimiani, due maestri nel pallone
Sessanta piccoli calciatori sui campi de La Quercia, per imparare e divertirsi
24/06/2013 - 15:14

VITERBO – E meno male che c’è un cuore calcistico che continua a battere. Nonostante tutto, nonostante soprattutto i guai della Viterbese. Massimiliano Farris e Patrizio Fimiani, che della squadra gialloblu sono due specie di monumenti, oltre che allenatore e vice allenatore, il calcio lo sanno insegnare, e bene. Ai grandi ma anche ai giovani. E basta fare un salto ai campi del centro sportivo de La Quercia per rendersene conto. Ogni mattina, sessanta tra bambini e ragazzi, divisi per età, giocano e imparano come si tratta un pallone, come si corre e come si dribbla, e specialmente come ci si comporta in una squadra, in un gruppo di persone.

E’ una piccola grande esperienza che Farris e Fimiani, aiutati da Valerio Faccenda, concedono ai pupi in questione, con grande gioia e comodità anche dei genitori, che risolvono così diversi problemi logistici (la scuola è finita, i ragazzi debbono sfogarsi e divertirsi) lasciando i loro figli in ottime mani. “Il programma è semplice – spiega Patrizio Fimiani, che porta avanti il suo Summer camp da tanti anni ormai e che ha trovato in Farris una spalla preziosa – Nelle prime ore della mattina lavoriamo sugli aspetti tecnici, insegnando ai ragazzi cosa fare con la palla e cosa non fare. Poi arriva il momento della merenda, e dopo, nelle ore più calde, si pensa solo alla partita, a giocare e a divertirsi. I bambini sono entusiasti, i genitori soddisfatti”. Tre settimane (questa è la seconda), e la conclusione il 5 luglio, con un torneo finale che si preannuncia infuocato.

Farris arbitra la partitella dei suoi e non si risparmia, quasi come ha fatto durante gli indimenticabili playoff della sua Viterbese. Chiama le squadre Brasile, Francia ma anche Kazakistan. Affibbia soprannomi qua e là e per un ragazzino che fa diga davanti alla difesa sceglie quello di “The wall”, che poi era anche il soprannome di Fimiani quando giocava in porta e non faceva passare neanche l’aria. Scherza, fischia qualche intervento scomposto, assegna un gol contestatissimo, tra le risate generali. Si va avanti così, per tutta la mattina, col tempo che vola, perché è sempre così quando c’è di mezzo un pallone e tanti piccoli amici.

Fimiani ci tiene a ringraziare chi va ringraziato: “La segretaria Monica, che ha reso possibile tutto questo. Nuccio Chiossi, che ci ha dato i tre campi. Il supermercato Sigma di Aldo Rossi. La Banca di Viterbo. E naturalmente tutti i partecipanti”. La Viterbese potrà pure morire, a questo punto, ma finché ci sarà la voglia di giocare e di insegnare e di mettere i piedi in campo, lo sport non morirà mai. Quello pulito, naturalmente.






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