ANNO 14 n° 109
''Far prostituire le ragazze? Per noi controproducente''
I gestori del night si difendono davanti al Gip: ''Bisogna creare desiderio, non soddisfarlo''
19/01/2018 - 06:23

VITERBO – Hanno risposto a tutte le domande del gip Savina Poli senza esitazione. Con la reale volontà di chiarire la loro posizione e di raccontare la loro verità.

Ieri mattina Enzo Magnani e Elena Agafonova si sono presentati in Procura accompagnati dall’avvocato Marco Valerio Mazzatosta: per loro, quasi due ore di colloqui super riservati all’interno delle aule di via Falcone e Borsellino.

Da una parte il pm Stefano D’Arma, dall’altra i due coniugi titolari del night club ''Star Night'' accusati di sfruttamento della prostituzione. Secondo la tesi della Procura i due gestori, marito e moglie nella vita reale, avrebbero organizzato incontri privati tra i clienti del locale e le ragazze immagine. Incontri di sesso, sotto pagamento di cifre ingenti. Dai 50 ai 300 euro a seconda della durata dell’intrattenimento.

Ben diversa la versione che hanno fornito ieri di fronte al giudice per le indagini preliminari: dei presunti rapporti intimi tra le ragazze e gli avventori del night club, loro non ne avrebbero mai avuto notizia. Anzi, sarebbero stati per loro addirittura controproducenti.

L’intrattenimento all’interno di locali notturni, come quello al Poggino posto sotto sequestro all’alba dello scorso 12 gennaio, si basa su una semplice, ma ferrea regola: promettere e mai concedere. Creare desiderio, alimentarlo, ma mai trasformarlo in realtà.

Così le ragazze immagine, ingaggiate come dipendenti all’interno del locale, secondo quanto riferito in Procura, avrebbero dovuto intrattenere i clienti, ma mai assolutamente cedere alle loro lusinghe. Né sotto compenso, né gratuitamente. Per evitare – di fatto - di perdere clienti.

''Come è possibile, inoltre, che in otto anni di attività e di assidui controlli da parte delle forze dell’ordine non sia mai stato trovato nulla fuori posto? Tutto è sempre stato nella norma: contratti, gestione, sicurezza'' sottolinea il legale difensore dei due gestori, che non nasconde le proprie perplessità. ''In quel locale sono transitate centinaia e centinaia di ragazze. Se ciò che dice la Procura è vero. Se il Magnani e l’Agafonova le costringevano davvero a prostituirsi, come è possibile che in otto anni nessuna sia mai andata alla polizia a denunciarli?''.

Un dubbio lecito, che potrebbe incrinare il quadro accusatorio a carico dei coniugi, entrambi detenuti agli arresti domiciliari.





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