ANNO 14 n° 109
Falsi matrimoni per il permesso di soggiorno, scattano nove denunce
Si tratta di tre italiani e sei stranieri, tra loro un pachistano gią indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nel 2014
18/05/2019 - 08:32

CIVITA CASTELLANA - Organizzavano falsi matrimoni tra cittadini europei ed extracomunitari, denunciati sei stranieri e tre italiani. 

I soggetti si presentavano all’Ufficio Immigrazione della Questura di Viterbo per richiedere la carta di soggiorno dopo essersi sposati cittadini italiani o europei, ma i matrimoni si sono rivelati unicamente un espediente per far ottenere, ai coniugi extracomunitari, una carta di soggiorno della durata di cinque anni.

Una modalità illecita per regolarizzare la propria posizione sul territorio nazionale che aveva insospettito l’Ufficio Immigrazione della Questura stante l’incremento della casistica registrato nella provincia.

Immediatamente è stata coinvolta la Digos per gli opportuni approfondimenti, tenuto conto delle specifiche attribuzioni del medesimo Ufficio nella prevenzione e monitoraggio dei fenomeni migratori sotto il profilo della sicurezza.

L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo, si è incentrata su alcune richieste di carta di soggiorno segnalate dall’Ufficio Immigrazione in relazione a tre matrimoni che erano stati celebrati nel Comune di Civita Castellana.

Dagli approfondimenti investigativi, dall’escussione testimoniale di alcuni soggetti e dall’esame dei documenti emergeva il ruolo di due cittadini pachistani in qualità di organizzatori o facilitatori dei “matrimoni di comodo”.

Uno di essi, già al centro di un indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina condotta nel 2014, si è rivelato come datore di ospitalità e di impiego fittizio nei confronti di una cittadina polacca moglie di uno dei due extracomunitari. L’altro pachistano, evidenziatosi quale l’ideatore e l’ organizzatore di altri due matrimoni, dall’esame degli atti è risultato anche essere testimone di nozze nell’atto dello stato civile, nonchè costante punto di riferimento territoriale per i connazionali coinvolti. In pratica i due fornivano tutta l’assistenza logistica e documentale necessaria a perfezionare le unioni coniugali per le quali le italiane compiacenti avrebbero ricevuto compensi in denaro variabili tra i mille ed i duemila euro.

Le complesse attività investigative nell’ambito delle quali sono state effettuate diverse perquisizioni e sequestrati numerosi documenti, hanno consentito all’autorità giudiziaria di denunciare complessivamente nove soggetti, tra cui tre italiani, coinvolti a vario titolo, nella pianificazione e nella successiva realizzazione, di tre falsi matrimoni tra cittadini dell’UE ed extracomunitari.

In particolare il Pubblico Ministero titolare delle indagini, emetteva nei confronti di tutti i soggetti l’avviso di conclusione delle indagini ritenendoli responsabili, in concorso, del reato di indotta falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici perché, con più azioni e con ruoli diversi, organizzavano e realizzavano una serie concatenate di condotte volte a consentire al cittadino extracomunitario beneficiario l’ottenimento di una carta di soggiorno falsa; tutto questo inducendo in errore e traendo in inganno il pubblico ufficiale responsabile del procedimento amministrativo.

Per uno dei tre matrimoni il P.M. contestava agli autori il tentativo di reato, in quanto il rilascio della carta di soggiorno non veniva perfezionato, stante l’evidente falsità delle dichiarazioni di convivenza e mantenimento emerse nella fase istruttoria.

I provvedimenti emessi dall’A.G. sono stati notificati agli indagati da personale della Digos. Sono in corso le valutazioni per eventuali provvedimenti di revoca dei permessi indebitamente ottenuti dagli extracomunitari.

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