ANNO 14 n° 109
''Erano senza maschere di protezione''
E' quanto sarebbe emerso dalle indagini sulla morte dei due operai viterbesi
avvenuta ieri mattina nell'impianto di compostaggio della Kyklos di Aprilia
29/07/2014 - 00:00

SAN LORENZO NUOVO - I due autotrasportatori morti ieri mattina nell'impianto di compostaggio di Aprilia a causa delle esalazioni tossiche inalate non avrebbero indossato le mascherine di protezione. Una leggerezza che ė stata fatale: i due operai sono infatti asfissiati. E' quanto sarebbe emerso dai sopralluoghi compiuti nella Kyklos, controllata al 51% del gruppo Acea, lo stabilimento in cui vengono prodotti concimi organici derivanti dalla lavorazione dell'umido proveniente dalla raccolta dei rifiuti di quasi tutto il Lazio.

Le vittime, entrambe residenti a San Lorenzo Nuovo, sono Roberto Papini di 42 anni e Fabio Lisei di 44. I loro corpi, su disposizione della Procura della Repubblica di Latina, sono stati sequestrati in attesa dell'esecuzione dell'autopsia. Il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, già ieri pomeriggio, avrebbe nominato il perito che dovrà eseguire l'esame autoptico, che potrebbe essere eseguito entro oggi.

Un altro importante elemento emerso dalle indagini è che a uccidere i due uomini non sarebbero state le esalazioni di percolato che stavano caricando sull'autocisterna, ma la reazione chimica innescata dai residui della sostanza tossica che si trovava nella cisterna prima che fosse riempita di percolato. E' per questo motivo che il pubblico ministero incaricato delle indagini ha disposto specifici accertamenti per risalire al precedente contenuto del mezzo.

Tra l'altro, gli investigatori stanno ancora verificando se i due, in quanto autotrasportatori, fossero autorizzati a compiere le operazioni di sversamento delle sostanze tossiche dalla cisterna. Anche se la Kyklos, attraverso una nota diffusa ieri pomeriggio, ha asserito che le vittime erano regolarmente autorizzati a compiere quel tipo di operazione.

Secondo quanto si è appreso, l'impianto è da anni al centro di numerose polemiche e di una vera e propria battaglia giudiziaria. Sul piede di guerra l'amministrazione comune di Nettuno e un comitato di cittadini che denunciano la presenza di miasmi sprigionati dalla struttura che rende irrespirabile l'aria.

I responsabili del comitato, utilizzando anche Facebook, hanno denunciato i rischi per la salute dei cittadini. ''Negli ultimi tempi - denuncia il comitato - ci sono stati vari casi di malesseri sia fra i bambini che fra gli adulti residenti in zona, a causa di odori di là dall’umana sopportazione''.

Infine, secondo il segretario confederale della Cisl di Latina Luigi Sbarra ''la tragedia di Aprilia dimostra che c'è una pericolosa e inaccettabile caduta di attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro''.

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