ANNO 14 n° 111
Era Rocky, il figlio dell'ispettore Giraldi. Poi il lavoro da ''pizzettaro''
Paco Fabrini recitò in molti film di Tomas Milian. Da Roma si trasferì a Ronciglione, dove cucinava in un ristorante: ''Il mio mestiere? Umile e onesto''
13/10/2019 - 14:29

RONCIGLIONE - Quello di Paco Fabrini, il 46enne morto nella notte a Ronciglione dopo che il motorino su cui viaggiava è stato tamponato da un’auto, è un nome molto noto agli amanti del cinema. Fabrini da bambino ha recitato in molti film al fianco di Tomas Milian: ''Manolesta'', ''Delitto al Blue Gay'', ''Delitto in Formula Uno'', ''Delitto sull’autostrada''. Solo per citare alcuni titoli.

Fu scelto dallo stesso Milian per interpretare la parte di Rocky Giraldi, il figlio dell’ispettore Nico Giraldi, appunto. Un rapporto che è continuato anche a distanza, quando Fabrini, ormai grande, lasciò il cinema e si trasferì a Ronciglione dove faceva il pizzaiolo, o, come diceva lui, ''er pizzettaro''. E aggiungeva: ''Mi sento fiero di questo lavoro umile e onesto''.

A portarlo sul set per un provino fu la madre, Alessandra Cardini, ''già costumista di Tomas dai tempi delle Squadre'', ricordava Fabrini in una intervista rilasciata al sito ''In genere'' cinque anni fa, che si può leggere ancora oggi (CLICCA QUI).

''Tomas – raccontava Fabrini a chi lo intervistava - a quei tempi era una vera star del cinema italiano, i suoi western erano leggendari, ed io come tutti i bambini di quei tempi giocavo per strada a indiani e cow-boy, invece che coi telefonini Dissi le mie battute con naturalezza e, sponsorizzato da Tomas che credeva in me, fui scelto per questo film delizioso (…). Durante le riprese ci trovammo talmente bene che per tutti i film successivi, se c’era un ruolo di ragazzino, Tomas pretendeva che lo facessi io. L’occasione si presentò con il figlio del suo personaggio Nico Giraldi. Così, da 'Delitto sull’autostrada' in poi si definisce la famiglia dell’ispettore più amato dai romani: Tomas, Olimpia di Nardo nel ruolo di Angela la moglie, ed io nel ruolo di Rocky, il figlio''.

''Sul set – proseguiva Fabrini - per me era tutto molto facile, proprio grazie all’amicizia che mi legava a Tomas, affrontavamo le scene con grande complicità, spesso ammazzandoci dal ridere; se qualche scena non veniva bene, lui con calma mi consigliava come farla meglio (…). Il rapporto lavorativo rese ancora più affiatata la nostra amicizia, io e mia madre lo frequentavamo moltissimo fuori dal set, andavamo a mangiare al ristorante cinese, andavamo in giro per Roma, finendo immancabilmente in qualche bottega di un giocattolaio dove venivo omaggiato di qualche puffo. Veniva a casa nostra in centro, oppure andavamo noi a casa sua in Prati''.

Finito il periodo del Monnezza, quando Milian tornò in America, anche Fabrini lasciò Roma: ''Andai a studiare a Barcellona, dove viveva mio padre vero. Tornai a Roma ventenne, oramai quel ragazzino che aveva fatto qualche film non c’era più, ero uscito dal giro; ma ci potevo rientrare, perché no?''. Ma la cosa non lo entusiasmava più: ''Si, bello il cinema, però ci sono tante altre belle cose. La musica. Viaggiare. Scrivere fumetti. Ho fatto e continuo a fare un po’ di tutto: barman, regista di documentari e di spettacoli, aiuto-regista teatrale, giardiniere, musicista, cameriere, disegnatore, direttore artistico di eventi, attore, comparsa, controfigura, collaboratore ai testi e autore di programmi tv; ma quando mi chiedono di cosa ti occupi attualmente, rispondo: faccio er pizzettaro''.





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