ANNO 14 n° 88
''Eolico a Tuscania, immagini non veritiere da chi si oppone. Partita diffida''
Interviene Wpd San Giuliano (nella foto il render della societą). A favore dell'impianto Wwf, Legambiente e Greenpeace
24/11/2021 - 18:53

Riceviamo e pubblichiamo da wpd San Giuliano S.r.l.

Un render, ovvero una simulazione fatta al computer, che mostra come le pale eoliche dell’impianto che dovrebbe essere realizzato a Tuscania impattino pesantemente sul paesaggio, è stato realizzato da otto associazioni (Italia Nostra, Lipu, Forum Ambientalista, Amici della Terra, Altura, Gruppo di intervento giuridico, Assotuscania e Mountain Wilrderness) che si oppongono a quell’impianto. Peccato però che quel render non corrisponda al vero. Neanche un po’. Addirittura, dal punto di vista scelto per la simulazione, delle pale si vedrebbe poco o nulla. La società che deve realizzare l’impianto, wpd San Giuliano, lo dice e lo ripete da un anno, ma quelle associazioni hanno continuato ad usarlo, ed è finito perfino sulle pagine del Corriere della Sera. Ora però è arrivata la diffida. Alle otto associazioni è stato anche richiesto di dichiarare ufficialmente che quell’immagine non rappresenta lo stato dei luoghi dopo i lavori di costruzione dell’impianto, informare di questo la cittadinanza e chiedere al direttore del Corriere della Sera una rettifica. La vicenda di Tuscania è emblematica. Proprio pochi giorni fa il Ministro Cingolani lanciava l’allarme sul fatto che ''abbiamo 3 gigawatt di impianti di rinnovabili fermi, anche se hanno la Valutazione di impatto ambientale favorevole, bloccati dalle Soprintendenze per l'impatto paesaggistico''. Ma il caso di Tuscania è emblematico: il tema del paesaggio viene usato impropriamente per bloccare le rinnovabili anche quando il problema non esiste. E a dirlo non è solo la società che deve realizzare l’impianto ma le tre principali associazioni ambientaliste, Legambiente, Greenpeace e WWF, che addirittura un anno fa scrivevano ''sosteniamo la necessità di realizzare anche l’impianto eolico proposto a Tuscania, in provincia di Viterbo''. E contestavano che ''tra le critiche mosse ci sono state anche quelle relative all’impatto paesaggistico attraverso foto rendering non veritiere''. Un anno fa.

La storia è raccontata nella diffida avanzata da wpd San Giuliano, che a giugno 2020 aveva presentato istanza di Valutazione Impatto Ambientale per l’impianto di Tuscania. Impianto a cui le otto associazioni (Italia Nostra, Lipu, Forum Ambientalista, Amici della Terra, Altura, Gruppo di intervento giuridico, Assotuscania e Mountain Wilrderness) si opposero presentando all’allora Ministero dell’Ambiente il render contestato, che per altro non era ''firmato'', come invece dovrebbe essere, da nessun tecnico. La società rispondeva con render firmati e asseverati e infatti la stampa del territorio riportò così la notizia: ''Parco eolico, la wpd San Giuliano Srl smonta le obiezioni''. Tutto risolto? No. Perché il render ''non veritiero'' ha continuato a girare fino ad arrivare, il 6 novembre scorso, sulle pagine del Corriere della Sera. Da qui la decisione dell’azienda di procedere con la diffida per opporsi a ''un comportamento denigratorio e diffamatorio reiterato nel tempo con utilizzo e divulgazione di immagini digitali non veritiere e già oggetto di segnalazione da parte della Soc. wpd''. ''La nostra società – spiega Mauro Ferrari, Managing Director di wpd Italia - ha come criterio fondamentale il rispetto e la valorizzazione dei territori in cui opera e il coinvolgimento delle realtà locali nello sviluppo dei progetti, il che non significa però tollerare attacchi ingiustificati''. Gli fanno eco Legambiente, Greenpeace e WWF: ''Serve realizzare con urgenza sempre più impianti come quello che è stato proposto nella Tuscia laziale. La diffusione delle rinnovabili va perseguita in modo rigoroso, nel rispetto anche di beni paesaggistici particolarmente significativi, condividendo le scelte col territorio interessato con iniziative promosse dalle imprese e dagli enti locali, per promuovere il dibattito pubblico e per evitare contestazioni territoriali che non fanno altro che mantenere la dittatura delle fonti fossili. Ma va fatta con urgenza perché le azioni per contrastare l'emergenza climatica non possono più attendere''. Neanche nell’alto Lazio.






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