di Redazione Viterbonews24

VITERBO – Di sicuro queste sorelle alcantarine sono di buone letture. Il Messaggero sotto il braccio non inganna: quotidiano autorevole, equilibrato, riferimento per tanti viterbesi di liberi pensieri. Così sono state intercettate ieri – nella loro prima giornata intera trascorsa a Viterbo, la nuova città dove svolgeranno la loro missione di fede. Eccole, allora, appena fuori dal monastero di Santa Rosa, suor Francesca e suor Maria Angela, mezza età, Roma come provenienza, disponibilità a scambiare due parole, con la stampa. Non sono un ordine di clausura, non c'è niente di strano.

Le due religiose sono davvero dispiaciute per le polemiche che hanno preceduto il loro arrivo (anche se non le riguardano direttamente), visto che le clarisse – custodi del corpo incorrotto della patrona da oltre 700 anni e del suo patrimonio – sembrano destinate a lasciare il convento. Assicurano, e non c'era certo di cui dubitare – la totale devozione a Santa Rosa: ''D'altronde, era francescana come lo siamo noi''. Insomma, una promessa di garanzia e d'amore che non potrà non far piacere ai fedeli viterbesi. Che hanno il dovere – non solo spirituale – di accogliere le alcantarine con tutto l'affetto di cui sono capaci: ''Alle suore alcantarine va il nostro più caloroso benvenuto '', aveva detto il sindaco Michelini. Altre sorelle arriveranno nelle prossime settimane, per ripopolare quel monastero che, secondo la versione ufficiale dei vertici ecclesiastici, era altrimenti condannato alla chiusura perché ''le vocazioni scarseggiavano''.

Intanto, se pure il trasferimento delle clarisse per altra sede è atteso da un momento all'altro, anche se resta qualche resistenza. E intanto, in attesa del giorno (ma potrebbe anche essere la notte…) dell'addio, si sta consumando una convivenza tra i due ordini, pacifica e armonica, che non sarebbe altro che la soluzione di buonsenso auspicata più volte delle autorità. Autorità civili, s'intende (Comune, Provincia, Soprintendenza).