ANNO 14 n° 88
''E' morto mio cognato...un birbaccione in meno, così il terreno è tutto mio''
Così il 77enne Aldo Sassara ai carabinieri a poche ore dal ritrovamento del cadavere del parente. Ma aggiunge: ''Io non ho ammazzato nessuno''
12/11/2019 - 06:46

TUSCANIA – (b.b.) ''E’ morto mio cognato…menomale che non c’è più…quel birbaccione…uno in meno…così il terreno è tutto mio''. Portato in caserma per degli accertamenti a poche ore dal ritrovamento del cadavere di Angelo Gianlorenzo, il cognato avrebbe commentato con queste parole la prematura e tragica scomparsa del famigliare.

''Io non ho fatto niente, io non ho ammazzato nessuno'' avrebbe inoltre aggiunto, ancora prima che i carabinieri parlassero di omicidio.

Da subito unico indagato per quella morte, il 77enne Aldo Sassara deve ora rispondere di omicidio volontario di fronte alla Corte d’Assise del tribunale viterbese.

Per la Procura, al culmine di una discussione legata a rancori mai risolti e sopiti, l’imputato avrebbe aggredito il cognato con degli oggetti contundenti fino a lasciarlo a terra senza vita. L’imputato avrebbe colpito il cognato con così tanta violenza che il suo cuore non avrebbe retto allo stress psicofisico. Gianlorenzo sarebbe così morto per un arresto cardiaco, come hanno sottolineato nelle udienze scorse i periti di parte.

''A determinare la morte dell’83enne è stata tutta la condotta lesiva – aveva spiegato la dottoressa Maria Rosaria Aromatario - i numerosi colpi ricevuti, lo stress della lite, la colluttazione hanno portato ad un malfunzionamento e un sovraccarico dell’attività cardiaca, causandone l’arresto''.

Ritrovato cadavere alla vigilia di Ferragosto del 2016 in località San Savino alle porte di Tuscania, Gianlorenzo sarebbe stato massacrato di botte e lasciato a terra in una pozza di sangue.

''Nelle settimane successive al ritrovamento del cadavere abbiamo compiuto due sopralluoghi – ha spiegato un maresciallo maggiore del Ris – abbiamo fatto rilievi sullo scooter di Sassara, sulla sua auto, sul suo trattore e all’interno del suo capannone. Abbiamo trovato delle fibre sul trattore e tracce riconducibili a tracce ematiche sul portachiavi dello scooter. Il tutto è stato portato in laboratorio''.

Ad incastrare Sassara, per l’accusa, una serie di intercettazioni in auto e dei video delle telecamere di sorveglianza che lo riprenderebbero nei momenti immediatamente precedenti e successivi all’ora della morte del cognato 83enne. E un cambio di abiti con il quale il 77enne avrebbe fatto sparire la camicia e i pantaloni macchiati di sangue.

Si tornerà in aula a fine mese.

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