ANNO 14 n° 110
''È andato sempre tutto liscio, solo perchè non ci sono stati controlli''
In aula le intercettazioni di appaltopoli
27/09/2016 - 12:10

VITERBO - Tre squilli. Poi la risposta. ''Pronto''. E dopo i saluti di rito, si va dritti al punto. ''Sto per spedire quelle lettere, poi ti richiamo. Comunque è vero che negli altri comuni è andato tutto liscio, ma solamente perché non ci sono stati controlli''. La voce al telefono è quella di Enrico Fonti, consulente ambientale per il Comune di Graffignano. La conversazione una delle decine e decine di intercettazioni registrate dagli inquirenti, nel corso delle indagini dell'operazione ''Genio e sregolatezza'', che nel 2012 portò alla luce un presunto giro di corruzione e appalti truccati all'ombra del Genio Civile.

E quelle lettere a cui si fa riferimento altro non sono che gli inviti di partecipazione da far recapitare alle imprese. Non tutte, ma a quelle appartenenti ad una ristretta élite, secondo la tesi della Procura. Quelle con cui poter guadagnare.

Imputati di punta nel processo per turbativa d'asta, i funzionari del Genio Civile Roberto Lanzi e Gabriella Annesi, che secondo i pm titolari dell'inchiesta, si sarebbero intascati tangenti in cambio della distribuzione di appalti ad un selezionato gruppo di imprese. Per questo, alla sbarra con loro, sono finiti anche imprenditori e amministratori comunali. Come l'ex sindaco di Graffigano, Adriano Santori e l'ex assessore Luciano Cardoni.

Ed è proprio su di loro e sull'architetto del comune Fonti, che oggi si concentra gran parte dell'udienza di fronte al nuovo collegio presieduto dal giudice Maria Lupatelli, a latere Giacomo Autizi e Silvia Bartolini. Davanti a loro, sfilano sei testimoni, che confermano quanto già dichiarato alle scorse udienze, prima che il trasferimento del giudice Turco facesse ripartire il processo da capo.

Si tornerà in aula il 25 ottobre.





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