ANNO 14 n° 88
Dove mangiare, vestirsi, curarsi: ecco la guida per i senza fissa dimora
Ideata da Giancarlo Mazza (''l'Altro circolo''). Domani la presentazione in Comune
18/07/2019 - 11:11

VITERBO - Venerdi 19 luglio, a partire dalle 16, in sala consiliare verrà presentata la guida 2019 per i senza fissa dimora

Giancarlo Mazza, presidente dell’associazione ''l’Altro circolo'', ha ideato lo scorso anno la guida per i senza fissa dimora. Un opuscolo, facilmente consultabile, in cui sono riportate tutte le informazioni utili per chi è costretto a vivere per la strada.

Nelle prime pagine vi è la mappa del centro storico della Città dei Papi con tutte le strutture che offrono aiuto, divise per aree tematiche. Vi sono dodici aree tematiche, distinte per colore: ascolto e assistenza, dormire-posti letto, mangiare, vestirsi, curarsi, dipendenza, aids, lgbtq, sportello migranti, assistenza legale, bagni pubblici, emergenza freddo. Ogni associazione presente sulla guida destina tempo e sforzi per la cura dei bisognosi.

Questo progetto, nato ormai più di due anni fa, dalla collaborazione fra ''l’Altro circolo'' e la Protezione civile nella gestione dell’emergenza freddo non solo continua, ma si espande. Ad oggi, ai senza fissa dimora, italiani o migranti, viene fornita assistenza nell’immediato per vivere con dignità nonostante il momento di difficoltà e strumenti per costruire la propria strada e uscire dall’emergenza.

La guida viene distribuita nei punti di accesso alla città, stazioni e fermate autobus, nei dormitori e nelle mense.

In prima pagina, troviamo un omaggio ad Alfio Pannega, intellettuale lavoratore, figura storica della Viterbo popolare. Pannega, costretto al lavoro duro e di estrema fatica fin dalla prima giovinezza, divenne poeta a braccio, declamatore arguto di sentimenti e lotte.

La dedica non ha un mero spirito celebrativo, ma rappresenta lo spirito con cui questa Guida, e tutto il lavoro concreto sul territorio che sottointende, ha preso corpo e continua a vivere.

All'appuntamento saranno presenti le istituzioni, le associazioni attive sul territorio e Peppe Sini, presidente del centro di ricerca per la pace e i diritti umani.






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