ANNO 14 n° 116
''Dopo il Covid, latte resta invenduto. Il calo delle vendite è fino al 70 per cento''
Gli allevatori della Tuscia lanciano il grido d'allarme: ''I caseifici non producono più formaggio''
01/04/2020 - 06:36

VITERBO - (MDL) - ''Non riusciamo più a vendere il latte. I caseifici non lo acquistano più e noi stiamo andando incontro a grosse difficoltà''. Il grido d’allarme viene dagli allevatori della Tuscia sui quali si profila all’orizzonte una nuova mazzata legata questa volta all’emergenza sanitaria in corso. Pare infatti che il coronavirus abbia modificato anche le abitudini alimentari dei cittadini a tal punto che i caseifici producono meno formaggio. Ma altrettanto non si può dire degli allevatori che proprio in questo periodo, in coincidenza con la primavera, vedono un aumento della produzione del latte dei loro ovini. Latte che rischia di andare ''sprecato''.

''Il momento non è buono – spiega Ettore Paggio – e non è solo l’agricoltura ad andare incontro a difficoltà economiche. Anche il nostro settore sta registrando un contraccolpo. Da un lato subiamo l’aumento del prezzo delle materie prime, come grano, orzo, mais e soia, ma dall’altro registriamo una contrazione della vendita del latte anche del 70 per cento''.

E’ dei giorni scorsi una nota di Coldiretti nazionale in cui l’associazione spiega che sta lavorando con il Governo perché ''si trovino gli strumenti atti a rifondere gli eventuali danni causati dalla situazione di emergenza, una volta usciti dalla crisi in corso'' e di lavorare ''affinché, anche nel DPCM del 11 marzo, venissero garantite le attività agricole, zootecniche e di tutta la filiera ad esse collegata''.

''Nonostante i nostri sforzi – dice Coldiretti- riteniamo sia doveroso mettere in atto dei comportamenti virtuosi che permettano ai nostri allevatori di continuare a produrre evitando però, in questa fase contingente e provvisoria, di immettere sul mercato quantità di prodotto in eccesso''.

Un passaggio quest’ultimo che è risultato indigesto agli allevatori locali. ''Ma come facciamo a ridurre la produzione? – si interroga ironico Ettore Paggio - Non possiamo di certo ridurre la produzione del latte mettendo il rubinetto agli ovini ma se continua questo trend arriveremo al punto che il latte rimarrà invenduto''. Insomma il settore, già ''stressato'' nella Tuscia nei mesi scorsi agli assalti dei lupi, ora guarda con sempre maggiore incertezza al futuro.

Intanto la Regione Lazio proprio ieri ha deciso uno stanziamento 5 milioni di euro per la produzione del latte bovino e bufalino. ''La Regione sta lavorando bene, adottando in tempi rapidi gli strumenti necessari a sostenere l'economia in questo momento di assoluta emergenza - ha commentato il consigliere regionale Pd, Enrico Panunzi - Con la consapevolezza che, nei prossimi mesi, dovranno essere presi altri provvedimenti in questo settore, per accompagnare la ripresa e non lasciare indietro nessuno''.






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