ANNO 14 n° 89
Don Merola
agli alunni del Besta
''Ragazzi svegliatevi''
L'incontro a Civita Castellana
30/01/2016 - 11:24

CIVITA CASTELLANA - ''Scusate il ritardo, ma questa notte mi hanno rubato la macchina dei carabinieri con cui sarei dovuto venire''.

Seccante se dovesse succedere a chiunque di noi, sconcertante se accade a don Luigi Merola, sacerdote impegnato da anni nel contrasto alla cultura camorrista a Napoli, fondatore di ''A voce d’è creature'', istituzione che accoglie i bambini a rischio nel quartiere Arenella di Napoli. Eppure è accaduto.

Ospite dell’Istituto tecnico economico ''Fabio Besta'' di Civita Castellana, un gradito ritorno, a dirla tutta, un primo incontro si tenne due anni fa. Più che giustificato il suo ritardo, anzi l’essere stato presente a un appuntamento già fissato nell’ambito del ''progetto legalità'' dell’istituto la dice lunga sulla serietà della persona, che pur in un momento di comprensibile disagio, ha voluto onorare comunque l’impegno.

Il ritardo, tuttavia, nulla ha tolto alla intensità dell’incontro del dinamico sacerdote con gli oltre duecentocinquanta allievi dell’Istituto, rinvigorito dalla presenza del magistrato Franca Marinelli, anche lei ospite consueta del Besta. Entrambi impegnati a parlare ai giovani di cosa sia oggi ''la legalità''.

Ad aprire i lavori una riflessione attenta sulla difficile gestione del tema immigrazione, o meglio, di esodo, come lo ha definito la dottoressa Marinelli. Un tema di stretta, e drammatica, attualità che probabilmente ancora non siamo riusciti a metabolizzare, e utile è certamente stata l'opera di sensibilizzazione svolta dal magistrato.

Don Luigi Merola, personaggio assai comunicativo e capace di catturare la piena attenzione dei giovani su temi delicatissimi, ha raccontato momenti della sua vita quotidiana. Una vita complicata ma vissuta con straordinaria serenità. Giornate in cui si incrociano le difficoltà nel gestire una fondazione che non riceve un soldo di contributo statale ma che ostinatamente riesce a restituire una giusta prospettiva di un vero futuro a tanti bambini che, per il contesto in cui si trovano a vivere, potrebbero finire con il diventare manovalanza della camorra. Ma Don Merola ha parlato anche della convinzione con cui svolge il suo lavoro, per così dire ufficiale, di insegnate di religione in una scuola pubblica, e, in questa veste, ha avuto modo di sceneggiare, coinvolgendo i ragazzi, alcuni momenti della vita dei dodici apostoli. Ma anche sacerdote, convinto e affascinato dal verbo di Papa Francesco. Come vuole il Pontefice don Luigi si è definito un prete che vive in strada, vicino alla gente, come è giusto che sia, ha ricordato, tanto più nell’anno del giubileo straordinario della misericordia.

Un vulcanico amico dei giovani, per nulla preoccupato dei rischi che corre ogni giorno, concentrato solo sulla sua missione: essere vicino alle persone, in grado di capire le difficoltà, ancora più intense in questi anni di crisi economica. Un esempio per tutti, un sacerdote che nel momento in cui è andato via non vedi l’ora di poter incontrare nuovamente. Illluminante il suo saluto ai ragazzi ''svegliatevi''.






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