ANNO 14 n° 116
Dodici pergamene
per riscoprire Viterbo
Il lavoro del Laboratorio
di Restauro sui documenti
del monastero di Santa Rosa
19/03/2015 - 14:33

VITERBO – Dodici pergamene conservate nel Monastero di Santa Rosa recuperate, restaurate e restituite alla cittadinanza. E’ l’ultimo gioiello confezionato dal Laboratorio provinciale di restauro, una delle eccellenze della Tuscia, in collaborazione con l’Istituto di studi sulla patrona viterbese, presentato durante un incontro presso la Sala del Pellegrino del monastero clariano. Dodici preziosi documenti che rappresentano uno spaccato della vita e delle attività di Viterbo in un periodo che va dal 1300 al 1500 con documenti papali e anche altre testimonianze riguardanti attività non propriamente inerenti a ciò che accadeva tra le clarisse.

''Mi piace spesso ripetere che a Roma c’è la moda, mentre in provincia c’è la cultura. Le mode prima o poi passano, la seconda evidentemente no”: la dottoressa Paola Salucci, che da 30 anni opera con il Laboratorio, mette subito il dito nella piaga. Con il forte ridimensionamento delle competenze previsto dalla legge che di fatto declassifica la Provincia ad ente di secondo livello, spariscono le competenze della cultura e dunque quella miniera di conoscenze, competenze, dedizione e saperi rappresentata appunto dal Laboratorio di restauro rischia di essere fortemente ridimensionata, se non addirittura di sparire. Anche perché l’intero settore, secondo il riordino previsto, dovrebbe passare sotto la giurisdizione della Regione. Una sorte che coinvolge pure il Consorzio biblioteche, anch'esso a rischio di consunzione.

''Con un piccolo particolare – sottolinea il presidente uscente Marcello Meroi -. Nessuna delle venti regioni italiane ha ancora deliberato in merito'' Il rischio, oggi consistente, è dunque che di queste eccellenze della Tuscia si perdano le tracce. Ecco quindi l’appello accorato lanciato dallo stesso Meroi, dal sindaco Leonardo Michelini e dall’assessore provinciale alla cultura Giuseppe Fraticelli a salvare il Laboratorio (e il Consorzio) che – va sottolineato – opera gratuitamente quando si tratta di intervenire su opere di proprietà degli enti pubblici, mentre chiede solo un rimborso spese (destinato all’acquisto dei materiali) per interventi richiesti da enti ecclesiastici. Una struttura (unica nelle province del Lazio) nata una trentina di anni fa con circa 20 operatori che ora si sono ridotti a 9: professionalità di assoluto livello che meritano di continuare la loro meritoria opera a favore della cultura e della ricerca.

E le pergamene restaurate? Un piccolo tesoro per scoprire che cosa accadeva nei secoli passati a Viterbo. Con un’importantissima scoperta: un documento del 1512 che istituzionalizza in eterno la solenne processione di Santa Rosa da tenersi il 4 settembre alla presenza di tutti i maggiorenti della città, a cominciare dal podestà. Processione che si concludeva appunto nella chiesa dedicata alla santa (il cui processo di canonizzazione era cominciato nel 1457 con papa Callisto III) con tanto di concessione di indulgenze. E’ la dottoressa Eleonora Rava a commentare i restauri eseguiti spiegando con dovizia di particolari i contenuti delle varie pergamene recuperate e restituite ai viterbesi. A proposito: fino al 22 marzo sarà possibile ammirare queste opere che restano esposte presso il monastero delle clarisse. Un’occasione da non perdere.






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