ANNO 14 n° 110
''Divise per il personale e biancheria per i pazienti: ancora disagi alla Asl''
Egidio Gubbiotto (Confael): ''Problemi giā segnalati ad agosto, ma da allora č anche peggio''
26/11/2020 - 06:49

VITERBO - Poche divise per gli operatori sanitari. E biancheria per i pazienti non proprio impeccabile.

E’ quanto lamenta il segretario provinciale della Confael, Egidio Gubbiotto, in una lettera inviata ieri ai responsabili della Asl. Problemi che il sindacato aveva già segnalato a fine agosto, ma che nel frattempo non sarebbero stati risolti.  ''Ad oggi – scrive Gubbiotto - nulla è cambiato, se non peggiorato. In un momento di emergenza sanitaria ad elevato pericolo di contagio come quello attuale, non si può tacere lo stato di disagio e di pericolo cui è esposto il personale (infermieri, O.s.s., A.s.s.) a causa della mancanza di divise e biancheria per gli utenti. Non è né normale né umano che gli operatori dei quali tutti predicano l’eroismo definendoli 'angeli' nella realtà vengono trattati in questo modo. Dopo ore passate dentro i dispositivi di protezione individuale (dpi), come le tute ermetiche, al momento della svestizione si ritrovano con la divisa indossata impregnata dal sudore, tanto da poter essere strizzato, e senza avere a disposizione neanche una divisa di ricambio''. Quando se ne trova una, si presenterebbe ''stropicciata'' o in condizioni che non vengono ritenute decorose.

La stessa ''sinfonia'', dice Gubbiotto, riguarda il cambio-letto dei pazienti. Oltre all’efficacia della pulizia alla quale vengono sottoposte lenzuola, traverse e federe, la biancheria è ''quasi sempre umida, quindi non ben asciutta''.

Il perdurare di questa situazione ''fa pensare che il disagio subito dagli infermieri e le altre figure professionali sanitarie non venga preso nella dovuta considerazione’''. E, rivolgendosi sempre ai vertici della Asl, il segretario della Confael chiede: ''Cosa ne pensate dei turni stressanti cui sono sottoposte le figura sanitarie che non hanno più neanche la possibilità di una, neanche minima, programmazione della loro vita famigliare e privata? Turni settimanali che variano continuamente, carenza di personale di supporto di cui solo adesso vi accorgete, infermieri con sessanta anni di età lasciati nelle corsie ospedaliere mentre assunti da pochi mesi o giorni vengono assegnati in postazioni dietro qualche scrivania. Tra l’altro - conclude Gubbiotto, corre voce che starebbero sopravvenendo provvedimenti che obbligano turni di pronta disponibilità. Non vi bastano gli attuali sacrifici cui sono sottoposti i sanitari? Qualora tale voce risultasse veritiera, questa organizzazione sindacale diffida dall’attuarla''.






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