ANNO 14 n° 79
Divisa la banda di Trovato: gli arrestati trasferiti nelle carceri di mezza Italia
La mossa strategica della Procura per evitare l’inquinamento delle prove
12/02/2019 - 07:25

VITERBO – (b.b.) Sono stati trasferiti nelle carceri di mezza Italia, undici dei tredici arrestati per associazione mafiosa all’alba del 25 gennaio scorso su ordinanza del gip romano Flavia Costantini.

Dopo circa venti giorni dal blitz dei carabinieri che ha smantellato ''la più grande organizzazione criminale che abbia mai avuto vita sul territorio'', il clan di Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi per la prima volta si divide. In attesa della decisione del tribunale del Riesame per un eventuale alleggerimento o revoca della misura cautelare, hanno chiuso alle loro spalle le porte del penitenziario di Mammagialla e sono stati trasferiti tutti in carceri di città diverse.

Una mossa strategica della procura per evitare che il gruppo, riunito in un unico penitenziario, potesse inquinare le prove e depistare le indagini ancora in corso.

Il 44enne calabrese Trovato sarebbe arrivato proprio in queste ore a Nuoro, nella casa circondariale di massima sicurezza di Badu e’ Carros.

Finiti in manette su disposizione della direzione distrettuale antimafia di Roma, i tredici arrestati – di cui due ai domiciliari – devono rispondere a vario titolo di associazione di stampo mafioso: secondo gli inquirenti avrebbero messo in piedi un vero e proprio sodalizio criminale che attraverso intimidazioni, aggressioni, violenze e minacce, avrebbero voluto raggiungere il controllo del territorio e della principali attività commerciali.





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