ANNO 14 n° 102
Dieci giorni di dimissioni e di smentite senza vergogna
14/03/2013 - 04:00

VITERBO - Tranquilli, la situazione è grave ma non è seria, come sempre accade in questa imperdibile commedia umana che è la As Viterbese calcio. Con la ‘'rinuncia alla nomina di direttore generale’’ firmata e diffusa da Mario Corinti siamo all’ennesima puntata di una farsa che – c’è da giurarci – non finirà mica qui.

Giusto per rendersi conto di come siamo messi, ricapitoliamo soltanto gli avvenimenti da dieci giorni a questa parte, cioé lunedì 4 marzo ad oggi.

Hanno aperto le danze da par loro Carlo Graziani (presidente) e Paolo Vestri (vice), con uno struggente valzer delle dimissioni. All’indomani della preziosa vittoria interna sull’Arezzo, e con la squadra lanciata verso orizzonti trionfali, i due massimi dirigenti mollano tutto. Adducendo misteriosi ‘'motivi personali e lavorativi’’ che ci stanno sempre bene, e che soprattutto non possono essere smentiti.

A stretto giro di posta arrivano sempre quel lunedì le dimissioni di Maurizio Manfra, cioè l’ex capitano di mille battaglie, l’attuale direttore sportivo, quello che aveva disegnato la squadra a sua immagine e somiglianza. ‘’Se se ne va anche Manfra siamo del gatto’’, commentarono allora i più smaliziati, sottolineando come il direttore sia uno che ha da sempre un certo fiuto per le situazioni calcistiche. Quelle da sposare e quelle da evitare. E vabbe’.

Giovedì scorso, 7 marzo, si apre uno spiraglio di luce, o almeno sembra. Ma la riunione fiume che avrebbe potuto far rientrare le dimissioni della trimurti. E invece no: Graziani e Vestri restano sull’Aventino, Manfra ci ripensa, ma cominciano ad emergere le vere ragioni degli abbandoni in serie. La società è messa male, anzi malissimo, dal punto di vista economico, tra vecchi e nuovi debiti, stipendi da pagare e altri da garantire. Naturalmente nessuno che si degni di avvertire dei problemi il povero tifoso attraverso i canali ufficiali: bisogna interpretare le interviste, soppesare le mezze parole, leggere con attenzione i messaggi trasversali (spesso molto trasversali) e magari pure l’oroscopo del giorno. Insomma, il casino si espande a macchia d’olio.

Venerdì 8 marzo, oltre ad essere la festa della donna, segna una tappa importante in questa via crucis senza croce ma con tanti crocefissi. E’ il giorno in cui si cerca di convincere la piazza che la soluzione di tutto sia nelle mani di Angelo Deodati, che da cuore d’oro dei bei tempi diventa il Salvatore della patria. E così, attraverso il sindaco Marini e le preghiere dei fedeli, s’imbastisce un riavvicinamento all’imprenditore di Pisoniano. Riavvicinamento che quaglia definitivamente sabato 9, con il buon Deodati che acconsente a continuare nella sponsorizzazione e contribuire almeno ad arrivare senza troppi problemi alla fine della stagione.

Ciò, attenzione, non esclude né risolve le immense magagne strutturali che investono la società di via della Palazzina. Ma fornisce soltanto un po’ di ossigeno a tempo.

La situazione, infatti, resta delicatissima, per non dire esplosiva, e lo dimostra il simpatico scazzo radiofonico tra il sindaco (e primo tifoso) Marini e Piero Camilli, proprietario in uscita dal Grosseto e intenzionato a sbarcare a Viterbo con un progetto finalmente serio e definitivo. Momenti indimenticabili.

Lunedì, all’indomani dell’ennesima grande prestazione del gruppo di Farris (vittoria in rimonta sul campo della Pontevecchio), ecco l’ennesimo comunicato che va ad infoltire una casella email già esausta. Contiene nientepopodimeno che il nuovo organigramma societario, siori e siore: Massimo Petrelli (proveniente dal settore giovanile, con esperienze niente meno che alla Foglianese e al Monterosi) affianca come vicepresidente – ma ‘’esecutivo’’ – il sempreverde Maurizio Donsanti, Manfra resta diesse, Mario Corinti diventa direttore generale. Tutto molto chiaro, no? No, affatto. Qui siamo alla Viterbese, l’unica cosa chiara è il giallo sulla maglia.

E infatti, siamo a martedì 13 marzo, quando un altro comunicato tiene a precisare che ‘’le cariche dei signori Corinti e Petrelli devono essere considerati esclusivamente di carattere tecnico/organizzativo’’. Una puntualizzazione fondamentale (ma anche no) e che forse lascia sottintendere qualcos’altro. E che magari non è il caso per i creditori di rivolgersi a questi due signori, visto che loro hanno soltanto ruoli ‘’tecnici/organizzativi’’.

Questa la cronistoria, almeno fino a ieri. Quando Mario Corinti, con l’ennesimo comunicato, ha rinunciato alla carica di direttore generale. E in tempo di elezioni papali, viene da citare il vecchio Dante (che non è un terzino brasiliano), quando parla di gran rifiuto. Ma all’epoca di Celestino V la Viterbese non era stata ancora inventata. Per sua fortuna.






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