ANNO 14 n° 89
Detenuto morto in cella, due condanne
Il tribunale di Roma ha inflitto un anno di reclusione a due medici, assolto il terzo
18/12/2014 - 00:00

ROMA - Due condanne a un anno di reclusione e una assoluzione: si è concluso così il processo di primo grado a carico di tre medici che ebbero in cura Simone La Penna, giovane viterbese detenuto a Regina Coeli e morto il 26 novembre 2009 all'interno del carcere. I tre erano accusati di omicidio colposo.

Il giudice monocratico ha ritenuto colpevoli (la pena è sospesa) Andrea Franceschini, dirigente del reparto del centro clinico del carcere e per il medico Andrea Silvano. Assolto per non aver commesso il fatto Giuseppe Tizzano. Secondo il pm Eugenio Albamonte, che aveva sollecitato una condanna a due anni e dieci mesi per tutti gli imputati, i tre medici non vigilarono in modo adeguato sulle condizioni di salute di La Penna, che era affetto da una grave forma di anoressia.

L'uomo nel gennaio 2009 venne portato nel carcere di Viterbo per scontare una condanna di due anni, quattro mesi e 29 giorni per detenzione di sostanze stupefacenti. Allora pesava 79 chili. Il 27 luglio venne ricoverato all'ospedale Sandro Pertini dove restò due giorni. La difesa, quindi, avanzò le richieste di arresti domiciliari ma furono respinte dal Tribunale di Sorveglianza, secondo il quale il regime detentivo era compatibile con il suo stato di salute.

Le condizioni del detenuto continuarono a peggiorare al punto che La Penna, dopo essere dimagrito 34 chili, venne trovato morto nella sua cella il 26 novembre di cinque anni fa. La vicenda venne accostata al caso di Stefano Cucchi, morto il 27 ottobre dello stesso anno nel Reparto detenuti dell' ospedale ''Pertini'', dopo un pestaggio e una settimana di detenzione.





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