ANNO 14 n° 110
Detenuti al lavoro all'orto botanico per favorire reinserimento sociale
02/12/2014 - 14:57

VITERBO – (ni.sa.) Il carcere non solo come luogo di espiazione ma soprattutto come strumento per il reinserimento nel mondo libero. Con questo obiettivo Università della Tuscia, Provincia di Viterbo e Casa circondariale (rappresentati dai rispettivi responsabili: il rettore Alessandro Ruggeri, il presidente Marcello Meroi e la direttrice Teresa Mascolo) stipulano una convenzione che permette a due detenuti (per ora) di lavorare per sei mesi nell’orto botanico, acquisendo competenze poi spendibili in futuro, di ottenere al termine l’attestazione di giardiniere e di poter guadagnare 400 euro al mese.

I primi ad usufruire della possibilità sono stati due detenuti stranieri di 45 e 30 anni (un albanese e un rumeno) selezionati in base alle attitudini e all’affidabilità, oltre al fatto che devono scontare una pena residua piuttosto limitata.

''Una perfetta collaborazione fra enti – sottolinea il rettore Ruggeri – che permette anche di dare un aiuto al nostro orto botanico che ha vissuto momenti di sofferenza”. “Sinergia davvero felice - spiega la direttrice Teresa Mascolo – e iniziativa che dà valore aggiunto alla loro giornata”. “Un bel progetto di sensibilità sociale – sottolinea il presidente Meroi – E’ sempre assai positivo che le Istituzioni uniscano le loro forze per il bene del territorio''.

I detenuti sono seguiti dal tutor Giorgio Chioccia (''Abbiamo acceso una fiammella di speranza'') e dalla professoressa Monica Fonck (curatrice dell’orto botanico):''Si comincia con la potatura, poi gestione della serra e tutti gli altri lavori. E’ una sfida coinvolgente e per ora perfettamente riuscita grazie a due tirocinanti molto motivati''.

''L’Università della Tuscia – chiosa la direttrice generale Alessandra Moscatelli – è particolarmente sensibile a questi temi. Formazione e studio vanno a braccetto. Per esempio offriamo ai detenuti che si iscrivono la possibilità di non pagare tasse il primo anno. Inoltre i neo giardinieri potranno partecipare alla selezione per braccianti agricoli da utilizzare sempre nell’orto botanico''.

''L’esperienza permette – conclude Teresa Mariotti, funzionaria dei servizi sociali – di acquisire competenze spendibili sul mercato del lavoro. Riceviamo da altri detenuti richieste di informazioni e di partecipazione che contiamo di poter soddisfare''.

Tutti d’accordo, insomma, sulla validità del progetto e sulla necessità di proseguire l’attività e magari anche di allargare il numero dei partecipanti. E’ proprio il caso di dire: se son rose…






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