ANNO 14 n° 89
Denunciati anche 3 complici della banda
Il gruppo agiva per impedire l'approvazione della riforma sui terreni a uso civico
29/07/2015 - 02:00

FARNESE - Non c'era soltanto la famiglia dei tre pastori sardi finiti ai domiciliari a schierarsi contro l'ex sindaco di Farnese Dario Pomarè e l'amministrazione comunale per impedire che fosse approvata la nuova regolamentazione sui terreni a uso civico.

Insieme agli arrestati, infatti, sono stati denunciate dai carabinieri altre tre persone, complici del gruppo che si era reso protagonista lo scorso diciannove febbraio di una serie di atti intimidatori contro il primo cittadino.

Un doppio, violento avvertimento che aveva portato all'abbbattimento di 160 piante di ulivo, l'incendio di un casale agricolo e dell'auto e l'uccisione di due cani caccia e alcuni animali da cortile.

Accanto ai fratelli P. M. di trent'anni e P. P. di 43 e il loro padre P. A. 72enne, tutti pregiudicati a vario titolo per reati contro il patrimonio e in violazione alla normativa in materia di stupefacenti, agiva un altro sardo e due residenti della zona.

Tutti uniti sotto la stessa bandiera: impedire che la delibera fosse approvata, col rischio altrimenti di perdere ingenti appezzamenti di terreno destinati a pascolo dei quali si erano indebitamente appropriati negli anni.

Due sono stati denunciati per detenzione abusiva di armi, il terzo, originario della Sardegna, era un vero e proprio fiancheggiatore del gruppo. Un gruppo che si preparava a colpire ancora: nel mirino di nuovo Pomarè, che evidentemente a giudizio della banda non aveva ancora imparato la lezione, e una quarantina di persone, tutte sostenitrici della proposta di riforma.

Le perquisizioni effettuate a casa degli arrestati e nelle abitazioni dei complici hanno permesso di recuperare più di 500 proiettili, 3 cartucciere, diversi pugnali, un puntatore laser e quattro passamontagna. Armi che sarebbero state utilizzate per effettuare nuovi blitz e lanciare altri avvertimenti.

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